Le Strade Nuove e il Sistema dei Palazzi dei Rolli a Genova

Le Strade Nuove a Genova, UNESCO

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La Repubblica di Genova ha raggiunto il suo apice nel XVI e XVII secolo. Le principali famiglie patrizie hanno favorito le relazioni commerciali raggiungendo una ricchezza senza precedenti a vantaggio dell’intera zona. Per promuovere questo benessere, la nobiltà e l’aristocrazia hanno fondato Le Strade Nuove con un sistema di straordinari palazzi nobiliari e tante case aristocratiche costruite attorno ad esse, i cosiddetti Palazzi dei Rolli. Questi capolavori architettonici in stile rinascimentale e barocco continuano ad incantare ancora oggi e, nel 2006, sono stati innalzati allo status di Patrimonio Mondiale UNESCO.

Un progetto di viabilità rivoluzionario

Intorno alla metà del XVI secolo la Repubblica di Genova ha vissuto un vero boom. Per conferire un volto rappresentativo, alla sua presenza internazionale, è stata promossa la costruzione di edifici per ospitare visite di stato. Le Strade Nuove sono diventate il distretto più ricco della città e il luogo di residenza delle famiglie più importanti. Gli elementi architettonici del periodo rinascimentale e barocco sono stati scelti per i singoli palazzi. Essi hanno conferito – e conferiscono – un aspetto coerente ma diversificato per i singoli edifici che sembrano collegati architettonicamente uno all’altro nonostante le variazioni e le differenze stilistiche. Per quanto strano e contraddittorio possa sembrare, tutto ciò funziona davvero bene.

Ma perché gli edifici di questo rivoluzionario progetto stradale – l’UNESCO li definisce l’inizio più riuscito dell’architettura moderna urbana in Europa – in realtà sono chiamati Palazzi dei Rolli? “I rolli” erano elenchi ufficiali di edifici per l’organizzazione di ricevimenti per le suddette visite di stato. Compilati per la prima volta nel 1576, i palazzi furono raggruppati in diversi “bussoli”, che possono essere paragonati alle attuali stelle per classificare il settore degli hotel. Maggiore è la magnificenza di un palazzo, più alta è la sua classificazione nei bussoli.

3 strade, 42 palazzi, un Sito del Patrimonio Mondiale

Sistema dei Palazzi dei Rolli a Genova, UNESCO

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Il Sito del Patrimonio Mondiale odierno non include tutti i palazzi delle Strade Nuove, comprendenti gran parte di Via Giuseppe Garibaldi, Via Balbi e Via Cairoli. In realtà, “solo” 42 dei 163 Palazzi dei Rolli sono stati inseriti nell’elenco, la maggior parte risalenti al tardo XVI e all’inizio del XVII secolo. Essi rappresentano una straordinaria varietà architettonica di un progetto collettivo. Ora, molti di essi sono edifici pubblici e musei mentre altri restano residenze private.

Elencare e descrivere tutti i 42 palazzi sarebbe un po’ troppo. Alla fine, ti interessano solo le principali attrazioni di queste meravigliose strade, giusto? Per te, abbiamo messo insieme alcuni dei nostri edifici preferiti e da non perdere.

I Musei della Strada Nuova

Mentre passeggerai in Via Garibaldi, diversi meravigliosi palazzi ti aspettano, tre dei quali ospitano incantevoli gallerie d’arte. I cosiddetti Musei della Strada Nuova ti invitano per un viaggio indietro nel tempo facendoti immergere nell’affascinante storia della Repubblica di Genova, mostrando l’arte della scuola pittorica genovese così come i più famosi pittori europei dal XII al XVIII secolo. Non perdere l’occasione di visitare questi luoghi pressoché magici!

Palazzo Rosso

Eccone uno strano: questo palazzo costruito nel 1675 non era uno dei 163 Palazzi dei Rolli originali, eppure è diventato Sito del Patrimonio Mondiale. Comprenderai immediatamente questa decisione guardando l’imponente facciata rossa con uno scalone in marmo. Una delle più importanti gallerie d’arte di Genova è nascosta dietro di essa. Le opere di Giovanni Francesco Barbieri, Albrecht Dürer, Guido Reni, Antoon van Dyck e Paolo Caliari rivestono le sale più sfarzose. Sfortunatamente, alcuni dei pavimenti a mosaico originali e gli affreschi alle pareti sono stati distrutti durante un bombardamento aereo nella Seconda Guerra Mondiale, che però non ha influito nemmeno un po’ sulla magnificenza e sullo splendore di questo palazzo.

Palazzo Bianco

Originariamente chiamato Palazzo Luca Grimaldi dal nome del suo costruttore, questo palazzo, lasciato in eredità alla città nel 1899, è oggi una sede degna per alcuni dei più significativi pittori genovesi del XVII e XVIII secolo, come Giovanni Benedetto Castiglione, Alessandro Magnasco e Bernardo Strozzi. Altre pietre miliari della pittura europea dal XII al XVII secolo sono pervenute da diverse collezioni private per essere esposte qui. Ammira le famose opere di Rubens e van Dyck, Caravaggio, Paolo Veronese, Hans Memling, Filippino Lippi e molti altri.

Palazzo Doria Tursi

Il palazzo più imponente in Via Garibaldi è stato costruito su tre lotti di terreno nel 1565 e ampliato con altre due logge nel 1597. L’unicità di questo edificio ha persino portato ad attribuzioni errate a Michelangelo, ad esempio dal famoso autore francese Alexandre Dumas (“I tre moschettieri”, “Il conte di Montecristo”). Oltre alle sale per le assemblee del sindaco, all’interno di questo palazzo troverai una prosecuzione della galleria d’arte di Palazzo Bianco con oggetti preziosi come il leggendario violino di Paganini, e inoltre, monete, pesi e misure risalenti alla Repubblica di Genova.

Altri palazzi da vedere

Altri 39 Palazzi dei Rolli dell’UNESCO lungo le tre vie ti attendono, oltre ai tre palazzi museo in Via Garibaldi. Da dove iniziare, dove andare? I tuoi esperti ZAINOO hanno qualche suggerimento a portata di mano:

  • Palazzo Reale: 400 anni di storia movimentata sono nascosti dietro le mura di Palazzo Stefano Balbi, come è anche conosciuto questo meraviglioso edificio. Originariamente costruito per la famiglia Balbi nel 1618, è stato venduto alla Casa Reale dei Savoia nel 1823 per poi diventare proprietà della Repubblica Italiana nel 1919. Un museo con 23 stanze espositive è nascosto dietro la luminosa facciata. Ci sono molte cose da vedere, dal monumentale atrio con eleganti decorazioni in stucco del XVIII secolo al giardino pensile, fino alla sala del trono e al piano nobile.
  • Palazzo Doria-Spinola: la sede odierna della prefettura e della Provincia di Genova può essere ricondotta ad Antonio Doria, cugino del leggendario ammiraglio Andrea Doria. Piuttosto poco appariscente dall’esterno, un tour del palazzo senza fretta rivela tesori affascinanti. Ti stupiranno le decorazioni con delle scene di battaglie tra mostri marini e della guerra di Troia.
  • Palazzo Durazzo-Pallavicini: il giardino pensile, il loggiato e lo scalone mozzafiato sono tre buone ragioni per visitare questo palazzo. Palazzo Durazzo-Pallavicini ti conduce direttamente nella stupefacente galleria d’arte di Palazzo Bianco.
  • Palazzo Angelo Giovanni Spinola: dal nome del suo costruttore, ambasciatore in Spagna della Repubblica di Genova, dal 1919, questo palazzo è stato proprietà di diverse banche. Gli affreschi dei fratelli Calvi abbelliscono la facciata raffigurando componenti della famiglia Spinola nelle tradizionali vesti di condottieri romani. Lo scalone fiancheggiato da grottesche ti conduce al piano superiore, sempre riccamente decorato con affreschi. Andrea Semino, Bernardo Castello e Lazzaro Tavarone, che probabilmente hanno contribuito agli affreschi della facciata, sono gli artisti che si sono immortalati qui.

 

Siamo riusciti ad esaminare superficialmente solo sette dei 42 Palazzi dei Rolli lungo Le Strade Nuove. Inutile dire che per te c’è molto da scoprire e da vedere, senza nemmeno iniziare a parlare dei palazzi che non sono stati inclusi nell’elenco UNESCO. È ora di dare il via all’organizzazione della tua vacanza a Genova!

Le Dolomiti: Patrimonio Naturale Mondiale

Le Dolomiti, UNESCO

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La magnifica bellezza italiana è difficile da spiegare a parole. Oltre alle conquiste culturali, artistiche e architettoniche, l’Italia è un paese straordinario con una grande ed incredibile diversità da nord a sud. Imponenti catene montuose, ampie vallate, incantevoli corsi d’acqua e splendide rive sono meravigliosamente affascinanti sia per la gente del posto che per i turisti da tutto il mondo. Alcune di queste bellezze paesaggistiche hanno addirittura raggiunto lo status di Sito del Patrimonio Naturale Mondiale UNESCO. Le nove aree delle Dolomiti e le loro 18 cime si estendono su tre regioni e cinque province. Sei pronto per un lungo tour nelle Alpi calcaree meridionali? Allaccia le cinture!

Paesaggi montani di eccezionale bellezza naturale

Le Dolomiti

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La commissione del Patrimonio Naturale ha usato queste eleganti parole per descrivere una zona veramente unica del Nord Italia che si estende su un’area di 141.910 ettari e altri 90.000 ettari di riserva. Le Dolomiti sono sicuramente meritevoli di protezione: certo una valutazione non rivoluzionaria poiché le nove aree avevano già raggiunto lo status di parco naturale, parco nazionale o Natura 2000 prima della dichiarazione di Patrimonio Naturale del 26 giugno 2009. La Fondazione Dolomiti UNESCO gestisce tutti gli interessi dell’area protetta.

Inoltre, non tutte le aree suggerite sono state inserite nel prestigioso elenco dell’UNESCO, che sicuramente già conoscerai da altri siti. Il gruppo del Sassolungo, il gruppo del Bosconero e il gruppo del Sella sono rimasti esclusi, ma sono in corso gli sforzi per cambiare. Per ora, diamo un’occhiata alle nove aree attualmente incluse tra le regioni del Friuli-Venezia Giulia, del Trentino-Alto Adige e del Veneto.

Pelmo e Croda da Lago

Il nostro tour inizia nel cuore della regione. La catena montuosa Pelmo-Croda da Lago nella provincia di Belluno è dominata dal Monte Pelmo (3.168 m). È anche conosciuto come “Caregon del Padreterno”, il “Trono di Dio”, per la sua forma insolita. Secondo la leggenda, dopo aver creato le Dolomiti, Dio si è seduto sul Monte Pelmo per riposare ed ammirare la sua opera. Altre innumerevoli vette, come il Pelmetto poco al di sotto dei 3.000 m o l’omonima Croda da Lago (2.701 m), fanno parte di questa imponente catena montuosa.

La Marmolada

Sei pronto ad incontrare la Regina delle Dolomiti? Situata tra Belluno e Trento, è la montagna più alta di questo sito UNESCO (Punta Penia raggiunge i 3.343 m). Torrenti impetuosi scorrono attorno alla Marmolada. Questa catena montuosa con contrasti sorprendenti ha un inizio piuttosto pianeggiante e collinare. Apparentemente dal nulla, enormi pareti rocciose si innalzano sopra i prati e le foreste, incorniciate da gole e aree sciistiche. Non perdere l’occasione di visitare gli straordinari Serrai di Sottoguda, una gola libera dalle auto e una bellezza naturale incredibilmente pura che d’inverno offre riparo agli scalatori.

Pale di San Martino, San Lucano, Dolomiti Bellunesi, Vette Feltrine

Il secondo gruppo montuoso più grande del sito UNESCO si estende anch’esso tra le province di Trento e Belluno comprendendo un parco naturale e un parco nazionale. È un’area con grandi diversità, dal sud aspro con le sue vallate ruvide al nord caratterizzato da molti prati e pascoli. Solo pochi anni fa, il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi ha visto anche il ritorno degli orsi e dei lupi, mentre il legno del Parco Naturale Paneveggio-Pale San Martino è stato usato da Antonio Stradivari per i suoi famosi violini.

Le Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave

Gli escursionisti adorano questa zona piuttosto omogenea tra Udine, Pordenone e Belluno. Racchiusa dal fiume Piave – da cui il nome – e diverse vallate, le montagne hanno un’altezza relativamente moderata con la Cima Preti che è l’unica a superare i 2.700 m. La natura stessa è rimasta quasi del tutto incontaminata nel corso dei decenni mostrando ancora la sua energia primordiale, un particolare inaspettato combinato con splendidi panorami. Di conseguenza, non ci sono strade nel Parco delle Dolomiti Friulane. Non sarai sorpreso di scoprire che la rara specie dell’aquila reale qui si sente a casa.

Le Dolomiti settentrionali

Una notevole zona di 53.586 ettari tra Bolzano e Belluno costituisce la più grande area di questo Sito del Patrimonio Naturale. Goditi queste note catene montuose come le vette delle Tofane con il loro straordinario paesaggio roccioso o le Dolomiti del Cadore con il Sorapiss. Grazie al suo ricco patrimonio paesaggistico, geologico e di storia naturale, le Dolomiti settentrionali comprendono ben tre aree protette. Tra queste il Parco Naturale delle Tre Cime racchiude quello che è probabilmente il massiccio montuoso più famoso delle Dolomiti. Molte specie di uccelli rari, tra cui l’aquila reale o il picchio muratore, nidificano qui.

Il Puez-Odle

Piccolo e possente, almeno se confrontato con le altre aree e situato all’interno dell’omonimo parco naturale, l’incantevole sistema montuoso del Puez-Odle è racchiuso da valli molto rinomate come la Val Gardena, la Val Badia e la Val di Funes. Nettamente dominato dal Sas Rigais (3.025 m), l’area ospita innumerevoli specie animali, una variegata vegetazione e praticamente tutti i tipi di rocce originarie delle Dolomiti. Naturalisti e geologi amano questa zona per buone ragioni. E tu? Certo, la amerai anche tu: soltanto il meraviglioso insieme di rigogliosi prati alpini, alte cime e gole profonde merita una visita.

Lo Sciliar-Catinaccio e il Latemar

Nomi familiari, paesaggi panoramici: vette sorprendenti come il Latemar (2.791 m), il Catinaccio d’Antermoia (3.002 m), il Catinaccio (2.981 m) e le Torri del Vajolet (2.813 m) ti aspettano tra Trento e Bolzano. Il Lago di Carezza con il suo verde smeraldo riflette i Campanili del Latemar, l’altopiano dello Scilar che sale come un alveare sopra i pascoli, le belle campanule morettiana e rapunculus: lo Scilar Catinaccio e la zona del Latemar sono piene di bellezze naturali. Lunghe passeggiate ed escursioni in montagna sono obbligatorie!

Il Bletterbach

Il Bletterbach è l’area più piccola di questo sito UNESCO con soli 271 ettari che coprono per lo più la stretta gola tra il Passo degli Oclini e il Monte Pausabella. L’erosione e la nuda roccia vulcanica hanno creato la gola Bletterbach che raggiunge i 400 m di profondità. In netto contrasto, il Corno Bianco raggiunge in maniera sorprendente i 2.317 m. Se ami esplorare questo paesaggio naturale in modo più dettagliato, ti suggeriamo di visitare il Geoparc Bletterbach con vari percorsi naturali e didattici focalizzati su argomenti come le foreste, le gole e la geologia. Ti guideranno numerosi pannelli informativi.

Le Dolomiti del Brenta

Ultima, ma sicuramente non meno importante visitiamo la provincia occidentale di Trento, dove Bocca di Brenta divide le Dolomiti del Brenta in due parti. Incredibili cime e forme uniche dalla Cima Tosa (3.173 m) alla Cima Brenta (3.150) ti stupiranno. In netto contrasto con le linee fluide e piuttosto slanciate delle altre zone delle Dolomiti, le Dolomiti del Brenta potrebbero sorprenderti con le loro guglie sottili e frastagliate e con pinnacoli elevati, testimonianza di migliaia di anni di erosione. Il Parco Naturale Adamello Brenta ti offre informazioni su una varietà inattesa di minerali e sulla diversità della fauna.

Escursioni mozzafiato, lunghe passeggiate, incantevoli escursioni naturali e anche molte avventure sulle piste ti attendono nel Sito del Patrimonio Naturale UNESCO delle Dolomiti. Lasciati incantare dall’affascinante regione montuosa e scopri un nuovo lato dell’Italia settentrionale. Ti auguriamo tanto divertimento e tante avventure alpine!

Il paesaggio vitivinicolo piemontese: Langhe-Roero e Monferrato

Il paesaggio vitivinicolo piemontese

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Nel giugno 2014, quando all’Italia è stato riconosciuto il 50° Sito del Patrimonio Mondiale, non era uno dei tanti meravigliosi luoghi, ma per la prima volta, un paesaggio culturale degno della massima protezione. I paesaggi vitivinicoli delle Langhe-Roero e Monferrato del Piemonte custodiscono alcuni dei migliori vini del paese. Questo ininterrotto paesaggio collinare con innumerevoli vigneti, piccole tenute, paesi, chiese e castelli, attraversa centinaia di comuni. Cinque paesaggi vitivinicoli e un caratteristico castello su una superficie di oltre 10.000 ettari costituiscono uno dei più affascinanti Siti del Patrimonio Mondiale del paese.

La natura incontra l’opera umana

La parola “paesaggio culturale”, una delle caratteristiche decisive per la dichiarazione di Sito del Patrimonio Mondiale UNESCO, delinea una sorta di cooperazione tra uomo e natura. Pur apportando degli interventi al paesaggio esistente, soprattutto per costruire le infrastrutture necessarie per la crescita dei vigneti, questi interventi sono stati estremamente delicati per conservare la naturale bellezza della regione. Collina dopo collina, vigneto dopo vigneto, paese dopo paese ora ti attendono su un’area totale di oltre 76.000 ettari.

La regione stessa è situata nel sud del Piemonte, tra il fiume Po e gli Appennini liguri. Gli scienziati hanno trovato polline risalente al V secolo a.C. che fornisce degli indizi sulla storia estremamente affascinante della zona. Qui, Etruschi e Celti hanno stabilito dei legami e scambiato merci, mentre, nel periodo romano, Plinio il Vecchio e lo storico greco Strabone ne lodarono l’eccezionale cultura vinicola. Alcune parole celtiche ed etrusche, soprattutto quelle legate al vino, fanno ancora parte del dialetto locale. Sarai particolarmente sorpreso di sapere che il sud del Piemonte, tra Langhe, Roero e Monferrato, ha guidato molte rivoluzioni tecnologiche nella produzione vinicola attraverso i secoli.

Langa del Barolo

Ora è il momento di esaminare una ad una le sei aree di questo Sito del Patrimonio Mondiale UNESCO. La nostra prima tappa è la Langa del Barolo. È la patria del persistente Barolo, uno dei vini migliori e più famosi al mondo. Questo vino rosso, secco e forte, è conservato per circa 38 mesi fino a che non ottiene il suo colore rosso e il suo intenso aroma. Lo stesso borgo Barolo ti accoglie con un museo di cavatappi e il meraviglioso Castello Faletti con un museo del vino e l’enoteca. Roddi, il caratteristico borgo nelle vicinanze, ospita una particolare università per cani da tartufo. Infine, suggeriamo una visita a La Morra. Resterai incantato da molti edifici barocchi e un ampio panorama su un mare di dolci colline.

Il Castello di Grinzane Cavour

Cinque paesaggi vitivinicoli e un castello – un sito UNESCO piuttosto insolito – sarai probabilmente d’accordo, ma il castello nel Comune di Grinzane Cavour ha sicuramente un fascino particolare. L’origine esatta di questo imponente edificio a forma di scatola è sconosciuta: gli esperti lo fanno risalire al XIII secolo, la torre è stata costruita nel 1350 circa. Tuttavia, il castello è sopravvissuto ai secoli in modo eccellente ed è stato lievemente modificato nel tempo. La sua forma massiccia comprende un’intera ala fiancheggiata da una serie di fortificazioni difensive. Il tour deve comprendere la Sala delle Maschere: 157 tavole, presumibilmente del XVI secolo, raffigurano magnificamente stemmi e animali. Inutile dire che il Castello ha la sua propria cantina.

Le colline del Barbaresco

Questo vino rosso secco viene estratto dal vitigno del Nebbiolo nei borghi di Barbaresco, Neive e Treiso. La sua maturazione è tardiva e solitamente la raccolta è a ottobre quando i vigneti sono avvolti nella nebbia, da cui il nome. Il vino Barbaresco, anch’esso rosso rubino, matura per almeno 26 mesi, ed è noto per fare una buona impressione con il suo gusto secco e corposo. Dalle colline del Barbaresco, nelle giornate limpide si possono anche vedere le montagne che hanno ospitato le gare sciistiche dei Giochi Olimpici Invernali nel 2006. Non lasciarti sfuggire un giro a Treiso, uno dei borghi più belli d’Italia.

Nizza Monferrato e il Barbera

Il paesaggio vitivinicolo piemontese, UNESCO

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Le radici di questo vitigno, estremamente adattabile e di alta qualità, possono essere fatte risalire al XIII secolo. Nonostante questo vitigno sia oggi coltivato in tutta Italia per il suo alto rendimento, il suo sapore è migliore nell’area del Nizza-Monferrato. Questo vino pregiato con denominazione geografica d’origine controllata può essere coltivato solo nei 18 comuni attorno alla stessa città. L’alternanza di calde giornate estive e notti fredde crea una particolare miscela fruttata e acidula che rispecchia il carattere genuino del vino. Se hai un po’ di tempo a disposizione, ti consigliamo una passeggiata dando una sbirciatina all’antico palazzo comunale del XIV-XV secolo e al vivace Palazzo Crova.

Canelli e l’Asti

Quando si tratta di spumanti, la provincia di Asti è la meta più importante. Canelli, un comune con circa 10.000 abitanti, è largamente considerato la roccaforte dello Spumante Asti, ma è anche la patria di molti altri vini come la Barbera, il Moscato, il Dolcetto, la Freisa o il Cortese. Inutile dire che Canelli è uno dei borghi vinicoli più importanti al mondo. L’ampia zona di produzione degli spumanti si estende attorno allo straordinario castello medievale, distrutto nel 1617 e ricostruito come una stupenda villa negli anni ’30. Il pregiato e aromatico Spumante Asti con il suo colore giallo paglierino o leggermente dorato è conosciuto per il suo profumo estremamente delicato e il suo gusto equilibrato. Tuttavia, le sue radici affondano nella citta francese di Reims. Lì, il pioniere del vino Carlo Gancia ha conosciuto il metodo di produzione dello champagne e, nel 1865, ha importato nella zona tutte le conoscenze necessarie per realizzare il delizioso vino spumante Asti.

Gli Infernòt del Monferrato

La nostra ultima tappa ti porta nella zona del Basso Monferrato, parte di un’altra significativa area italiana di produzione. Incastonate tra le dolci colline che difficilmente raggiungono i 400 metri, antiche e profonde cantine sono state scavate direttamente nella roccia. Non c’è quasi luce e nessuna areazione negli Infernòt, il nome piemontese per queste grotte scavate a mano. I migliori vini della zona, come Barbera e Dolcetto, maturano qui senza alcun disturbo. Devi assolutamente partecipare ad una delle tante visite guidate che ti conducono nelle più belle grotte del vino del Monferrato.

Non perdere questo indimenticabile tour attraverso una delle aree vitivinicole più importanti al mondo! Attendi con impazienza di visitare caratteristici borghi, splendidi paesaggi collinari, incontrare persone amichevoli e vini straordinari in un incredibile mix di natura e tecnologia, arte e cultura. È ora di prenotare il tuo viaggio nel sud del Piemonte!

Castel del Monte

Castel del Monte

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Un castello ottagonale che, ancora oggi, è un enigma sorge sulla collina vicino ad Andria, nel sudest dell’Italia. Castel del Monte, sorprende per la sua forma non convenzionale, un miscuglio di diversi stili architettonici con interni molto spogli. Costruito durante il dominio dell’Imperatore Federico II, occupava un posto speciale tra i suoi numerosi castelli in Puglia e infine, nel 1996, l’UNESCO l’ha dichiarato Sito del Patrimonio Mondiale. Ancora non ci conosciamo, ma già la premessa sembra una ragione sufficiente per dare un’occhiata, dentro e fuori, a questo affascinante edificio.

Federico II e l’Italia

Re di Sicilia a 3 anni, Re di Germania ed Italia a 18 anni e, subito dopo, Imperatore del Sacro Romano Impero, Federico II della casata degli Hohenstaufen sperimentò molto presto un grande potere. Da bambino rimase orfano e fu posto sotto la tutela di Papa Innocenzo III, sopravvisse a tutte le lotte di potere, stabilizzò il suo impero e cercò di portarlo ad un nuovo splendore.

Federico amava particolarmente l’Italia, dove passò 28 dei suoi 39 anni al potere, unificò la Sicilia, estese il suo impero e allo stesso tempo rese sicuri i confini delle Alpi settentrionali. Tuttavia, il suo obiettivo era il sud del paese che rafforzò e fortificò continuamente. La Puglia, in particolare, vide la costruzione di diverse fortezze e castelli. Questi, pur seguendo chiaramente le idee contemporanee erano visibilmente influenzati dai viaggi e dalla Crociata di Federico. Tuttavia, Castel del Monte riuscì a distinguersi nettamente da questa ricchezza architettonica.

Che cosa c’è dietro il castello?

Non si sa perché Castel del Monte abbia questa forma particolare. Non conosciamo il suo scopo originale. Situato al centro di una zona molto fertile nelle immediate vicinanze del monastero di Santa Maria del Monte, è stato costruito sulle fondamenta perdute di un altro castello scomparso nel corso del tempo. Dal 1240 non è pervenuta documentazione contenente le istruzioni per completare il castello. Inoltre, non si sa se l’Imperatore utilizzasse Castel del Monte come luogo di caccia, come gli esperti credono da molto tempo.

Nonostante il castello sia collocato strategicamente nelle immediate vicinanze della rete di fortificazioni di Federico e non troppo lontano dalle altre fortificazioni federiciane, mancano tutti gli elementi difensivi, come i sotterranei, il fossato e il ponte levatoio. Castel del Monte è relativamente piccolo – da qui deriva la teoria del sedile di caccia – ma gli esperti pensano che alcune delle antiche mura, perdute nel corso del tempo, in realtà avessero potuto svolgere la funzione di una fortezza. Forse non conosceremo mai l’esatta funzione di Castel del Monte, ma ciò rende ancor più affascinante il tuo viaggio all’interno di questo grandioso monumento.

L’architettura

Castel del Monte, UNESCO

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Castel del Monte sembra un miracolo matematico. L’ottagono quasi perfetto con una diagonale di 56 metri è stato apparentemente concepito utilizzando rigorosi principi astrologici e matematici: la forma ottagonale si interpone tra il cerchio (l’infinità del cielo) e il quadrato (la terra). Molteplici luci e ombre si allineano a seconda della stagione e della posizione del sole. Certamente non sarai l’unico a restare colpito giacché gli scienziati hanno cercato per secoli di decifrare il mistero di questi allineamenti, se ne esiste uno.

Insieme alla costruzione ottagonale, la fortezza presenta otto torri, anch’esse ottagonali, e otto sale. Gli esperti suppongono che il cortile ospitasse una vasca ottagonale. Probabilmente Federico è stato ispirato dalla Cupola della Roccia a Gerusalemme o dalla cappella ottagonale Palatina nella Cattedrale di Aquisgrana. Questo spiegherebbe la pluralità di stili dell’imponente costruzione in pietra calcarea arricchita da antichi elementi gotici ed islamici.

Uno sguardo all’interno

Prima di entrare a Castel del Monte, dovresti puntare tutta la tua attenzione sul portale d’ingresso. Realizzato con il conglomerato di Breccia rossa, mostra l’insieme di tutti gli stili. La cornice di antichi pilastri, i capitelli gotici, la forma rettangolare con influenze islamiche, il gioco orientale dei colori e le colonne rappresentative dell’architettura romanica pugliese esprimono la volontà di Federico di unificare interamente l’Impero.

Tuttavia, l’interno del castello sembra piuttosto spoglio. Originariamente rivestito di marmi preziosi, dipinti, tappezzerie e mosaici, le camere e le sale sono state private del loro splendore nel corso dei secoli. Sulla maggior parte delle porte sono rimasti soltanto gli inserti in marmo colorato. Gli esperti credono che parte dei materiali sono stati utilizzati per costruire altre strutture, mentre i saccheggiatori e i vandali hanno fatto il resto.

Quello che dovresti sapere a proposito di Castel del Monte

Tra tutte le strutture, perché Castel del Monte – che come concorderete l’ha assolutamente meritato – è stato dichiarato Sito del Patrimonio Mondiale UNESCO? E qual è stato il ruolo del castello nella viticoltura? Abbiamo raccolto per te sette elementi:

  • Grandioso: l’argomentazione dell’UNESCO dietro alla dichiarazione del castello quale Sito del Patrimonio Mondiale è stata la perfetta sintesi di scienza, arte e matematica, le diverse influenze stilistiche e l’eccezionale ruolo nell’architettura medievale.
  • Panta rei: Castel del Monte possedeva quelli che probabilmente erano i più avanzati impianti idrici del tempo. L’acqua piovana era utilizzata per i bagni e per i servizi igienici.
  • Mr X: non è solo la finalità esatta del castello che resta sconosciuta; nemmeno lo stesso architetto può essere riconosciuto; uno dei tanti enigmi che circondano il monumento.
  • Capolavori: è stato girato qui il film del 2015 di Matteo Garrone “Il racconto dei racconti” tratto da “Pentaron”, una raccolta di fiabe del XVII secolo, dello scrittore Giambattista Basile. È molto probabile che “l’aedificium” del “Nome della Rosa” di Umberto Eco sia ispirato a Castel del Monte.
  • Vini pregiati: c’è un grande vigneto attorno al castello che produce molti vini, rossi, bianchi e rosé. Sono per lo più una miscela di alta qualità di diverse varietà di uve.
  • Soldi, soldi, soldi: hai mai capovolto una moneta italiana da 1 centesimo? Castel del Monte è raffigurato sul retro.
  • Luogo famoso: non sono solo i pugliesi ad amare il castello, ma tutta la nazione. Il castello è da anni tra le 15 località turistiche italiane più famose. Le visite guidate sono proposte per tutto l’anno e costano mediamente 10 €.

 

Sei pronto per un misterioso viaggio a ritroso nel tempo? Castel del Monte ti invita per un’indagine storica con tanti segreti affascinanti nascosti dietro le sue mura. Viaggia indietro nel tempo nel periodo degli Hohenstaufen e vivi il fascino particolare di questo leggendario castello della Puglia!

La città rinascimentale di Ferrara e il Delta del Po

La città rinascimentale di Ferrara

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Cos’è la “città ideale”? E che aspetto ha? La concezione della città perfetta è cambiata più volte attraverso i secoli: ciò che era giusto trecento anni fa oggi è incompatibile con i concetti di mobilità contemporanea e dello sviluppo urbano. Alla fine del XV secolo la famiglia regnante degli Este decise di fare di Ferrara il primo centro città moderno al mondo. Il centro storico rinascimentale è ancora oggi considerato un modello del periodo umanistico e, insieme al paesaggio coltivato del Delta del Po, nel 1995 è stato aggiunto al prestigioso elenco del Patrimonio Mondiale UNESCO.

Un assaggio della storia di Ferrara

Per comprendere pienamente sia la composizione unica di questo Sito del Patrimonio Mondiale sia la ragione della costruzione di un tale centro storico, facciamo un breve excursus nell’importante storia di Ferrara. A differenza di molti altri luoghi, la città dell’Emilia Romagna non ha avuto assolutamente origini romane, ma è stata popolata fin dal VII secolo dagli abitanti della laguna, stabilitisi in un ramo del fiume del Delta del Po. L’area si è riempita di limo nel XII secolo in seguito al cedimento di una diga.

A partire dal 1264, dopo che Ferrara è caduta nelle mani della nobile famiglia degli Este, la città è fiorita. L’insediamento dell’Università e la promozione delle arti hanno attratto, nel Delta del Po, studiosi, pittori e scultori. Il numero degli abitanti ha superato le 130.000 unità durante il regno di Ercole I d’Este e la città aveva bisogno di espandersi rapidamente. A partire dal 1490, l’architetto di corte Biagio Rossetti è stato incaricato di accrescere e fortificare Ferrara come una scacchiera. La costruzione di strade ampie e dritte – al contrario degli standard dell’epoca per l’espansione al di fuori del centro città – è il primo e più antico esempio in Europa. Coniugando i principi umanistici, le caratteristiche specifiche della città e le tradizioni locali è stata creata la città ideale del Rinascimento.

Passeggiata per il centro storico di Ferrara

A Piazza della Repubblica e dintorni ti attende la magnificenza architettonica di splendidi monumenti, perfettamente collegata attraverso la via dello sviluppo pianificato, sopra citato, conosciuta anche come Addizione Erculea. Potresti già avere familiarità con la lunga passeggiata attraverso il centro storico di Ferrara: un meraviglioso tour caratterizzato dalle più importanti attrazioni e luoghi cittadini oltre ad alcuni interessanti consigli per i più esperti. Permetteteci di presentarvi chiese, palazzi e alcuni tra gli edifici più belli.

San Giorgio

Le cose non sempre vanno come ci si aspetterebbe. Quando nel 1135 è iniziata la costruzione della Cattedrale di San Giorgio, dedicata al santo patrono della città, il progetto iniziale era di creare un edificio romanico. Alla fine, il completamento dell’ambizioso progetto è andata avanti per più di 200 anni arrivando ad essere oggi un meraviglioso insieme di stili con un fascino gotico. Inoltre, sulla facciata di marmo scoprirai arcate, rosoni e pinnacoli così come rappresentazioni bibliche e immagini degli Este. L’interno, con opere di artisti della scuola di Ferrara, stupisce con elementi architettonici del XVII e XVIII secolo.

A proposito, non possiamo non suggerire una passeggiata attorno alla Cattedrale. Tra gli elementi da scoprire ci sono uno stupendo Campanile e la Loggia coperta dei Merciai, una quattrocentesca sequenza di botteghe che ancora ospitano alcuni negozi. Tuttavia, il museo della cattedrale si può ammirare scendendo in Via San Romano.

Il Castello Estense

La città rinascimentale di Ferrara, UNESCO

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Perché c’è un fossato nel cuore di Ferrara? Non sei il solo a chiedertelo. Esso circonda il Castello Estense, l’originaria residenza degli Este. Un ponte levatoio ti conduce da Piazza della Repubblica alla fortificazione, originariamente concepita come una roccaforte per proteggersi contro eventuali rivolte interne. È diventato un palazzo ducale soltanto alla metà del XVI secolo. Nelle splendide Sale Estensi l’appariscente stile di vita degli Este si sente così da vicino quasi da poter essere toccato. Ti attende un viaggio affascinante attraverso il tempo, dagli affreschi manieristi alle lugubri prigioni nei sotterranei.

I palazzi della città

Oltre al castello e alla cattedrale, numerosi palazzi ti stanno facendo cenno di dare un’occhiata all’interno. Ecco alcuni consigli per il tuo tour nel centro storico:

  • Il Palazzo Municipale: l’antico palazzo ducale degli Este era direttamente collegato al Castello Estense. La scalinata d’onore, un capolavoro del XV secolo coperta a volta, è particolarmente imponente. Ora il palazzo è sede del municipio.
  • Palazzo Schifanoia: perché è così severo? Schifanoia generalmente si traduce con “sfuggire alla noia” ed è stato completamente ideato per l’intrattenimento. Gli Este erano soliti utilizzare il Palazzo per allontanarsi dalla noia della corte. Un eccellente esempio del concetto di Schifanoia è la Sala dei Mesi con i suoi affreschi del primo Rinascimento, purtroppo mal conservati.
  • Palazzo Costabili: nel 1503, quando gli Sforza sono stati esiliati da Milano, è stata interrotta anche la costruzione del palazzo per l’ambasciatore di corte Antonio Costabili. Il grandioso edificio è rimasto incompiuto, ma le sale dipinte da Garofalo sicuramente meritano una visita. E non dimenticare di fermarti nell’importante museo archeologico!
  • Palazzo dei Diamanti: oltre 12.000 blocchi di marmo a punta di diamante, con bugne sovrapposte a file sfalzate hanno reso il capolavoro architettonico di Biagio Rossetti un’attrazione da ammirare. Quello che era uno spazio abitativo e una residenza è diventata Pinacoteca Nazionale e ospita dipinti dal XIV al XVII secolo.

 

Escursione sul Delta del Po

Vicino Ferrara, ti attende un paesaggio coltivato davvero autentico, concepito in modo scrupoloso nel corso dei decenni e dei secoli, perfezionato grazie alle abilità tecniche e con un occhio attento alla natura. Il progressivo drenaggio del Delta del Po, che ora è un enorme parco naturale, ha gettato le basi per uno degli habitat più stupefacenti del paese. Zone umide, foreste, pinete e biotopi, ma anche agricoltura e abitazioni ti attendono tra le province di Ferrara e Ravenna. Le Delizie Estensi, un insieme di circa 30 ville in città e nei dintorni, dove i regnanti e le loro famiglie vivevano e dalle quali governavano, assumono un ruolo particolare. Oggi non si può valutare facilmente la loro importanza strategica per lo sviluppo, l’amministrazione e la difesa della regione.

Ferrara e il vicino Delta del Po meritano sempre una visita, sia che tu voglia ammirare dei capolavori architettonici, un’innovativa pianificazione urbana o l’affascinante convivenza tra uomo e natura. ZAINOO ti augura tantissimo divertimento in quello che sarà certamente un viaggio indimenticabile nel modello del Rinascimento!

Le opere di difesa veneziane, XVI-XVII secolo

Le opere di difesa veneziane

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La Repubblica di Venezia è stata per secoli la potenza economica e marittima del Mediterraneo. Essendo una grande potenza, controllava la maggior parte di tutti gli scambi tra gli stati ed era il centro per qualsiasi tipo di merce, per gli intrighi dei ricchi e dei potenti, ma anche un bersaglio dei ripetuti attacchi per la posizione particolare della Repubblica. Per contrastarli sono state create numerose fortificazioni e opere di difesa per salvaguardare dall’esterno i confini. Le opere di difesa veneziane del XVI e XVII secolo si estendono in tre regioni italiane e riguardano tre città. Sono state dichiarate Sito del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 2017.

Perché le opere di difesa furono necessarie

Castelli e fortezze sono antichi quasi quanto il tempo. Le persone hanno sempre sentito la necessità di proteggere i propri beni: una naturale reazione che si è evoluta nel corso della storia potenziata dal costante sviluppo della civiltà, delle rivendicazioni di potere, degli armamenti e dei conflitti. La Repubblica di Venezia ha sempre avuto a disposizione sofisticate opere di difesa, che sono state mantenute al passo con i tempi.

L’invenzione della polvere da sparo fu una vittoria schiacciante nei conflitti armati. Le fortificazioni convenzionali non potevano più resistere alle cannonate e alle armi d’attacco: erano necessarie nuove idee. Probabilmente andò così: le opere di difesa esistenti furono ampliate e modernizzate in maniera massiccia per resistere alle nuove sfide e furono costruite nuove fortificazioni. Massicce opere di difesa furono collocate tra i Domini di Terraferma e lo Stato da Mar. Visitandole, sicuramente rimarrai colpito dalla loro incredibile mescolanza di architetture straordinarie, affascinanti storie e tecnologia.

I tre siti italiani

Le opere di difesa veneziane, UNESCO

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La metà delle sei opere di difesa incluse nell’elenco dei Siti del Patrimonio Mondiale UNESCO si trovano in Italia, uniformemente distribuite in tre regioni. Spostandosi in ognuno di essi può richiedere un po’ di tempo, ma sicuramente ne vale la pena: per questo tour un po’ insolito dovresti avere almeno un week end lungo. Vorresti sapere dove ti condurrà questo tour, vero? Bene, potremmo avere un’idea…

Bergamo

In Lombardia, Bergamo è stato l’avamposto più occidentale della Repubblica di Venezia e, come tale, ha dovuto essere ampiamente protetto. Le mura della città, la cui struttura attuale risale al 1561, sono state ampliate fino a raggiungere i sei chilometri e largamente migliorate per resistere alle crescenti esigenze di difesa. In alcuni punti raggiungono i 50 metri di altezza e quattro porte pesantemente sorvegliate sono utilizzate per entrare in città. 14 bastioni costruiti su diverse colline, due piattaforme e circa 100 aperture per bocche da fuoco proteggevano il confine ed erano collegati da una vasta rete di cunicoli sotterranei. Circa 250 edifici sono stati abbattuti per la costruzione delle mura cittadine, tra cui importanti chiostri e cattedrali. Probabilmente non sarai sorpreso di sapere che questa pratica ha causato gravi conflitti con la chiesa e anche diverse scomuniche.

Peschiera del Garda

Solo nel 1440, la Repubblica è riuscita ad afferrare il piccolo borgo di Peschiera del Garda in Veneto. I governanti si sono presto resi conto dell’utilità di costruire una fortificazione più grande sulla riva del Lago di Garda. Progettata da Guidobaldo della Rovere e realizzata da Michele Sanmicheli a partire dal 1549, sembra quasi che i bastioni sorgano dall’acqua che lambisce il centro storico quasi perfettamente conservato. Con i suoi rinforzi sugli argini e le speciali strutture fortificate contro il miglioramento dell’artiglieria, Peschiera del Garda era ed è ancora considerata un modello per le moderne fortificazioni.

Palmanova

Mentre questi due luoghi esistevano già prima che i Veneziani li frequentassero, Palmanova è stata unicamente fondata per proteggere la Repubblica dagli Ottomani alla fine del XVI secolo. Inoltre, questa città pianificata, che non servì, fu fondata per diventare la principale base della Repubblica: la piazza principale che è sovradimensionata per una piccola città, rappresenta bene queste ambizioni. Le ampie strade conducevano i soldati alle mura della città nel modo più veloce possibile. Gli ufficiali dell’esercito vivevano nel centro città, i soldati regolari accanto ad essi e i mercenari lungo le fortificazioni. Palmanova rappresenta la perfetta città fortificata e, per questo, è inclusa nell’elenco del Patrimonio Mondiale UNESCO.

Opere di difesa veneziane al di fuori dell’Italia

Va da sé che ci concentriamo sulle opere di difesa veneziane situate in Italia. Tuttavia, ci piacerebbe darti una breve panoramica di quelle in Croazia e in Montenegro:

  • Zara (Croazia): la città portuale sul Mare Adriatico cadde nelle mani della Repubblica di Venezia già nel 1409. Dall’inizio del XVI secolo, non appena gli Ottomani iniziarono le loro spedizioni di conquista nell’entroterra, si svilupparono massicce strutture fortificate. Un particolare fossato al largo della costa protegge la città così come le numerose porte e i bastioni.
  • San Nicola di Sebenico (Croazia): Sebenico si trova un po’ più a sud dove il fiume Krka sfocia nel Mar Adriatico ed è conosciuta per il suo stesso Sito Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, la Cattedrale di San Giacomo. Ci sono ben quattro fortificazioni veneziane, tra cui la Fortezza di San Nicola, situata all’ingresso del Canale di Sant’Antonio, che è stata inclusa nella raccolta del Patrimonio Mondiale UNESCO.
  • Kotor (Montenegro): originariamente un importante e fiorente centro del commercio concorrente della stessa Repubblica, Kotor perse lentamente la sua indipendenza sotto la protezione veneziana. Le imponenti mura cittadine furono completamente rinnovate e ampiamente estese per una lunghezza di 4,5 km. Ora si immergono realmente nell’omonima Baia di Kotor.

 

Un caso particolare: la laguna veneta

Secondo il programma iniziale, anche altre città avrebbero dovuto essere inserite in questo Sito del Patrimonio Mondiale UNESCO: Hvar, Korčula, tutta Sebenico in Croazia, Herceg Novi e Ulcinj in Montenegro. Non furono inserite nell’elenco finale, così come la Laguna Veneta, che crediamo essere un caso particolare. È un’area che ospita diverse fortificazioni ottagonali, l’Arsenale di Venezia, Forte San Felice e Forte Sant’Andrea. Non si sa perché questa grande area non è stata inclusa. Tuttavia, è parte del Sito del Patrimonio Mondiale UNESCO “Venezia e la sua laguna” creato nel 1987. Forse i responsabili hanno tentato di evitare una doppia inclusione, eppure le enormi opere di difesa lo avrebbero certamente meritato.

Innovative e rivoluzionarie per il loro tempo, ancora molto imponenti e, soprattutto ben conservate, le opere di difesa veneziane del XVI e XVII secolo continuano a stupire ancora oggi, anche se il tuo interesse per la storia militare è estremamente limitato. Ti auguriamo tanto divertimento per il tuo giro nel Nord Italia e non possiamo non consigliarti un tour nella laguna e in particolare negli altri Siti del Patrimonio Mondiale del Mar Adriatico!

Villa Adriana a Tivoli

Villa Adriana a Tivoli, UNESCO

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Nell’Impero Romano c’era una grande quantità di residenze imperiali, come il nome stesso suggerisce, ma nessuna di queste ha mai eguagliato le dimensioni e l’incredibile splendore della Villa di Adriano. Secondo le stime, la Villa di Adriano a Tivoli, situata a circa 30 km a nord est di Roma, comprende 125 ettari di terreno, in parte coperti da edifici, in parte da giardini coltivati. Adriano utilizzò questo spazio per mostrare tutte le suggestioni raccolte nei suoi numerosi viaggi. Questo Sito del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO fu anche una delle principali fonti d’ispirazione per i futuri sviluppi della costruzione dei giardini durante il Rinascimento. Ad oggi, in quest’area gigantesca sono ancora in corso ampi scavi.

La storia della nascita

Adriano regnò come quattordicesimo Imperatore Romano dal 117 d.C. fino alla sua morte, il 10 luglio 138 d.C. Nel corso del suo mandato viaggiò in lungo e in largo in tutte le province dell’Impero, soprattutto in Egitto e in Grecia, dove raccolse una grande quantità di idee e suggestioni per la sua residenza estiva, che avrebbe dovuto essere anche la dimora per la vecchiaia negli anni successivi. I lavori di costruzione ed ampliamento di Villa Adriana durarono per ben 16 anni. Il luogo fu scelto in maniera molto strategica, visto che era già presente la Via Tiburtina, un collegamento collaudato con Roma. La sua posizione ideale permetteva il trasporto dei materiali al cantiere attraverso il fiume Anio, collegato direttamente al Tevere.

Nel corso degli anni un’antica villa repubblicana fu ampliata in maniera considerevole comprendendo elementi greci ed egiziani, con l’aggiunta dell’approvvigionamento dell’acqua. Molti nuovi edifici furono costruiti mostrando un graduale punto di partenza dall’architettura classica, allora famosa. I giardini stessi giocarono un ruolo importante nell’idea di Adriano. Le grandi dimensioni delle aree verdi restarono senza eguali per diverso tempo.

Decadenza e riscoperta

Dopo la morte di Adriano la villa finì nelle mani dei suoi successori ma fu sempre più abbandonata prima di iniziare a trarne vantaggio. Con la fondazione di Costantinopoli si arrivò alla rimozione degli arredi e dei marmi, la struttura fu poi utilizzata come magazzino e cava di materiale decadendo sempre di più. Durante il Medioevo quasi nulla era rimasto dell’originaria ricchezza dell’edificio.

Tuttavia, il primo Rinascimento si ritrovò proprio nell’esperienza di Villa Adriana a Tivoli. La riscoperta nel corso del XV secolo trasformò il luogo in un’importante fonte di ispirazione per la contemporanea arte della progettazione dei giardini. In particolare, i giardini barocchi cercarono di raggiungere l’ideale di Adriano. Allo stesso tempo, finalmente iniziarono gli scavi e i saccheggi furono infine ridotti. Alla fine soltanto circa 300 opere d’arte sono state trovate e portate in vari musei. Fino ad oggi circa un terzo di tutta l’area non è nota e gli scavi sono ancora in corso.

Che cosa ti attende durante la visita

Villa Adriana a Tivoli

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Ti consigliamo una visita guidata dell’intero sito di Villa Adriana a Tivoli. Visiterai tutti i resti, potrai avere una conoscenza dettagliata sui diversi giardini e fare una passeggiata nei corridoi sotterranei per il rifornimento dell’acqua. Uno sguardo all’intero sistema dell’acquedotto mostra il progresso tecnologico per il trasporto dell’acqua dalle montagne alla villa. Ecco alcuni edifici e strutture di Villa Adriana nei quali ti imbatterai durante il tuo tour:

  • La Piazza d’Oro: collocata nella parte sud della struttura, la corte probabilmente era il luogo di grandi ricevimenti e banchetti. Pavimenti in marmo e colonne egizie si estendono per tutto il grande giardino con il suo bacino d’acqua.
  • Le Terme: le due terme – grandi terme e piccole terme – modellate secondo gli ideali classici romani, evocano familiari ricordi di scavi simili. Mentre le più piccole erano per l’Imperatore, la sua famiglia e gli ospiti – i preziosi stucchi dovrebbero richiamare l’antica grandezza – le terme più grandi con il riscaldamento a pavimento erano soltanto per il personale.
  • La Stanza dei Filosofi: nonostante il suo nome, lo scopo originario di questa sala resta un mistero – potrai forse scoprire indizi decisivi durante il tuo tour? La sala rettangolare con le alcove e un’abside semicircolare potrebbe essere stata una biblioteca o una sala riunioni.
  • Il Pecile: raggiungi il Pecile attraverso l’ampio cancello sul lato nord di Villa Adriana a Tivoli. Questo corridoio di colonne rettangolari situato attorno ad un laghetto artificiale offre protezione dai forti venti e dalle condizioni climatiche sfavorevoli oltre ad una completa pace e solitudine. Dopo pranzo, la medicina romana prevedeva una passeggiata di due miglia (sette giri) percorrendo questo corridoio.
  • Il Canopo: i viaggi di Adriano lo condussero ripetutamente in Egitto, dove restò incantato dalla potenza del fiume Nilo. Il Canopo evoca l’omonimo canale che collegava il Nilo ad Alessandria. Il bacino d’acqua è adornato da colonne di pilastri, statue e dipinti degli dei greci.
  • L’Heliocaminus: oltre alle strutture termali per gli ospiti e il personale menzionate precedentemente, c’era anche un altro bagno termale, l’Heliocaminus. Il calore del sole entrava attraverso i vetri delle finestre, i muri e i pavimenti erano riscaldati. Il vapore fuoriusciva dall’apertura, un buco al centro del soffitto.
  • Il Teatro Marittimo: nonostante ciò che il suo nome potrebbe suggerire qui non si tennero spettacoli teatrali. Adriano si ritirava a meditare in questa minuscola casa su un’isola artificiale. Questa zona era accessibile soltanto attraverso due ponti levatoi controllati dall’isola consentendo all’Imperatore una completa riservatezza.
  • Il Palazzo Imperiale: il palazzo dell’Imperatore risale alla prima fase costruttiva della Villa di Adriano ed è diffusamente considerato l’edificio più antico dell’intera area. Originariamente questa grandiosa sede di potere comprendeva un’area di circa 50.000 m². Tutte le sale per la vita quotidiana e di rappresentanza erano completamente coperte di grandiosi mosaici.

 

Antiche rovine e copie delle statue originali si incontrano con i resti di quelli che una volta erano enormi giardini e ora hanno in parte riconquistato la loro primitiva gloria, grazie ad un accurato restauro con un occhio attento ai dettagli. Nel corso di migliaia di anni ha affascinato ed ispirato come solo pochi altri edifici hanno saputo fare. Arricchisci il tuo soggiorno a Roma con questi ed altri suggerimenti di viaggio di ZAINOO. Ti auguriamo una fantastica visita a questo meraviglioso Sito del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO!

Pompei, Ercolano e Torre Annunziata

Pompei

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Un devastante disastro naturale nel 79 d.C. ha posto le basi per una delle più importanti ricerche al mondo, dal punto di vista culturale e storico. L’eruzione del Vesuvio ha completamente sepolto le città di Pompei, Oplontis, Ercolano e Stabia, ma la cenere le ha ampiamente conservate. Gli scavi ufficiali sono iniziati alla metà del XVIII secolo portando alla luce incredibili intuizioni sulla vita in un’antica città romana. Oggi, i siti archeologici di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata nel Golfo di Napoli sono molto famosi, non solo tra ricercatori e storici, ma sono stati addirittura dichiarati Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1997.

Rovine e storia archeologica

Nel secolo scorso la data del 24 agosto ha suscitato intensi dibattiti. Mentre alcune testimonianze possono essere trovate nelle lettere di Plinio il Giovane, gli avanzi di cibo “autunnali” ritrovati a Pompei potrebbero spostare la data due mesi indietro, facendo pensare ad un errore di trascrizione. Tuttavia, la portata assoluta della catastrofe è indiscussa. Una grande esplosione nel cono vulcanico ha inviato, nei dintorni, una nube mortale. La maggior parte delle persone sono state soffocate dalla miscela di ceneri, lava e gas oppure sono state colpite dalla pioggia di rocce laviche proveniente dal cielo. I sopravvissuti, come lo scrittore romano Plinio il Vecchio, sono stati successivamente uccisi da fiumi di lava incandescenti.

Anche se i primi oggetti sono stati recuperati subito dopo la distruzione di Pompei, l’area è rimasta intatta per secoli tranne che per sporadici insediamenti e alcuni furti dovuti ai tombaroli. Gli scavi, iniziati soltanto il 6 aprile 1748, sono stati diretti dall’ingegnere militare spagnolo Rocque Joaquín de Alcubierre e autorizzati dal Re di Napoli. Negli anni e nei decenni successivi queste operazioni sono state interrotte e riprese diverse volte. All’inizio gli esperti credevano di aver trovato Ercolano e Stabia. Infine, dal 1863 in poi, le ricerche hanno avuto un boom dal momento in cui Giuseppe Fiorelli è stato nominato Soprintendente. Inoltre, tecnologie sempre più moderne hanno fatto emergere un numero crescente di edifici, strutture e tesori.

Pompei

Pompei, UNESCO

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Anche se diverse zone ed edifici fanno parte di questo gigantesco Sito del Patrimonio Mondiale UNESCO, Pompei, da molto tempo, è la più famosa di tutti. Sappiamo moltissimo riguardo questa antica città rispetto ad altre, il che è dovuto agli edifici e ad un gran numero di ritrovamenti molto ben conservati – tesori che ora possono essere ammirati nei musei sparsi in tutta la regione. Ma che cos’è che rende Pompei talmente spettacolare? Diamo un’occhiata ai siti che devi assolutamente vedere nel corso della tua visita:

  • Il Foro: prima un mercato e poi un luogo di ritrovo negli anni successivi, il foro ha svolto diverse funzioni, come lasciano intendere gli edifici di vari periodi. Le iscrizioni ne attestano il completamento nell’80 a.C. circa, prima che Pompei venisse colonizzata.
  • Il Macellum: gli archeologi e gli esperti lavorano ancora diligentemente nell’area del mercato coperto per il cibo, nella zona a nord del foro. Il Macellum è stato gravemente distrutto da un forte terremoto nel 62 d.C. e si sta ancora tentando di ricostruirlo nella maniera più fedele possibile. Qui, sono stati ritrovati resti di frutta e granaglie, ma anche ossa di animali e di pesci.
  • Il Tempio di Giove: originariamente dedicato a Giove, questo tempio fu presto restaurato e dedicato ad Apollo – un precoce adattamento alla Roma della seconda metà del II secolo a.C. La posizione esposta e la sua architettura romana stupiscono ancora oggi.
  • La Basilica: dato che Pompei crebbe in maniera monumentale nel corso della ricostruzione del Tempio di Apollo, fu costruita anche questa basilica rettangolare, a tre navate. Fu fatto il primo grande uso di mattoni cotti, mentre lo stucco gli ha conferito il suo caratteristico aspetto.
  • Le terme: come le case private, anche le terme sono conosciute soprattutto per i loro affreschi completi e vistosi. Molti di essi sono stati ampiamente protetti dopo essere stati scoperti e sono addirittura in eccellenti condizioni. Le enormi terme di Stabia, probabilmente, sono le più antiche della città, ma non dimenticare di visitare le terme del foro e quelle suburbane con i loro affreschi erotici.
  • I templi: abbiamo già parlato di alcuni templi, ma ci sono tante altre cose a Pompei, molte delle quali includono altari con molti affreschi. Il Foro Triangolare, un imponente complesso di edifici al di fuori della città, include un tempio dedicato a Ercole e Minerva. Il culto precristiano di Iside, come di consueto, ha lasciato il suo segno sulla popolazione, come mostra il tempio a lei dedicato. Ci sono anche strutture particolari per Asclepio e la dea Salus, per Venere e la dea Fortuna.
  • I teatri: sarai probabilmente sorpreso di vedere in quali eccellenti condizioni sono le strutture teatrali a Pompei. Inoltre, il grande teatro, l’Odeion e il primo anfiteatro conosciuto sono molto ben conservati. Diversi stili architettonici mostrano piuttosto bene il graduale passaggio culturale dallo stile greco a quello romano.

 

Ercolano

Mentre Pompei è di gran lunga la più conosciuta delle tre aree archeologiche di questo Sito del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, dovresti visitare anche le altre. Al confronto, si conosce abbastanza poco di Ercolano, poiché la città antica è stata sepolta da fiumi di fango e i suoi edifici sono stati gravemente distrutti. L’alto costo previsto ha fermato i tentativi di scavo per molto tempo. Ma soprattutto, nel 1990 dei ladri armati hanno rubato più di 250 oggetti di valore, che sono dispersi ancora oggi.

Ercolano consente di dare un’occhiata all’interno di case private ed edifici pubblici. Ci sono anche diverse ville al di fuori della città. Impressionanti pavimenti a mosaico, vecchie statue e originali dipinti murari decorano i diversi edifici. Potresti scorgere anche alcuni graffiti romani qua e là sui muri delle case. La maggior parte degli oggetti di valore ed opere d’arte trovati non sono però esposti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Torre Annunziata

Un altro luogo completamente sepolto era l’antica città romana di Oplontis, a pochi chilometri da Pompei ed Ercolano, ora nel comune di Torre Annunziata. Gli archeologi hanno identificato la villa di una nobile famiglia romana nel 1964 e hanno cominciato a scavarla pezzo per pezzo. Le iscrizioni su anfore e brocche e la forma delle statue fanno pensare che l’edificio potesse appartenere a Poppea Sabina, la seconda moglie di Nerone o alla sua famiglia. Il complesso architettonico deve ancora essere completamente indagato, ma già colpisce ciò che è stato scavato e che si può vedere: innumerevoli stanze, una piscina, una cantina, il frutteto e diversi platani ne attestano l’originaria grandezza.

Pompei, Ercolano e Torre Annunziata permettono di conoscere l’Italia antica come nessun altro sito. L’affascinante passaggio dalla cultura greca a quella romana, gli edifici perfettamente conservati, i meravigliosi tesori artistici: un giro attraverso questo Sito del Patrimonio Mondiale UNESCO ti farà vivere e respirare l’emozione di quel periodo.

Il centro storico di Verona

Il centro storico di Verona

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Quando, a partire dal 2000, il centro di Verona è stato dichiarato Sito del Patrimonio Mondiale UNESCO, probabilmente in molti hanno pensato ad una sola cosa: Finalmente! In tutta onestà, il centro medievale, di impronta romana, di questa affascinante città fondata in epoca precristiana è tra i più belli del genere in Italia. Accanto ai pezzi forti come Piazza delle Erbe e Piazza dei Signori, ti attendono monumenti impressionanti che uniscono in maniera elegante arte e architettura di diversi periodi. Scopri qui quali sono le attrazioni assolutamente da non perdere e che cosa il centro storico di Verona ha a che fare con gli Scaligeri.

Breve storia di Verona

Per godere pienamente della diversità architettonica di Verona, è doveroso soffermarsi sulla storia della città. Fondata già nel I secolo a.C. da Euganei e Reti, è stata successivamente conquistata dai Cenomani, un antico popolo dei Galli Cisalpini, e infine assorbita nell’Impero Romano nell’89 a.C. La colonia è cresciuta, durante il regno di Augusto, diventando una grande città prima che le devastazioni di Attila e la presa di potere degli Ostrogoti e dei Longobardi causassero distruzioni sconvolgenti.

La storia estremamente movimentata della città con diversi sovrani e brutali lotte di potere si è estesa dal Medioevo fino al Rinascimento. Tra coloro che hanno rivendicato Verona ci sono stati bavaresi, milanesi e veneti prima che diventasse parte integrante del Regno d’Italia nel 1866, in seguito alla guerra austro-prussiana. Gli Scaligeri si sono rivelati un barlume di speranza in questi secoli turbolenti, almeno per quanto riguarda l’arte e la storia dell’architettura. Il loro regno, che è durato per gran parte del XIII e del XIV secolo, ha visto conflitti militari e anche diversi complotti. Eppure, grazie alla successiva amministrazione della Repubblica di Venezia, hanno portato ad un periodo di boom edilizio. Le loro idee, i loro sforzi e le loro iniziative, ancora oggi, continuano ad emergere sul paesaggio urbano di Verona.

Il cuore del centro storico

Il vero nucleo del centro storico di Verona sono i resti dell’antico insediamento romano che, fino ad oggi, sono ancora meravigliosamente conservati. Dopo la ricostruzione medievale e l’espansione delle mura della città ad opera degli Scaligeri, due piazze sono diventate il centro dell’attenzione. Esse formano ancora il cuore della città e fanno sì che tutti i periodi architettonici di Verona si confrontino l’uno con l’altro.

Piazza delle Erbe era originariamente lo spazio del foro, il centro del commercio romano. Qui c’è ancora oggi uno splendido e scenografico mercato ortofrutticolo da non perdere. Incorniciato da facciate storiche e impressionanti, resterai incantato da odori raffinati: al solo pensiero, probabilmente sentirai l’acquolina in bocca! Inoltre, consigliamo di fare una capatina nei numerosi palazzi del XIV secolo, come le Case Mazzanti con le loro facciate dipinte o l’imponente Casa dei Mercanti. Al centro della piazza c’è anche una caratteristica fontana con una statua romana.

Attraversa Piazza delle Erbe per raggiungere Piazza dei Signori. Il portico della Loggia del Consiglio era il luogo della vita politica di Verona nel XVI secolo. A quei tempi, la piazza ospitava sia il luogo del potere militare sia quello amministrativo con il Palazzo del Cansignorio e il Palazzo del Comune. Tuttavia, senza ombra di dubbio, l’attrazione principale della piazza è Torre dei Lamberti. Originariamente costruita come torre comunale nel XII secolo con un’altezza vertiginosa, dal punto di osservazione, potrai godere del panorama mozzafiato sull’intera città. Se i 368 gradini per raggiungere la vetta sono troppi per te, potrai sicuramente prendere l’ascensore.

Verona romana

Il centro storico di Verona, UNESCO

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Il centro della città conserva alcuni resti di monumenti romani tra i più estesi e meglio conservati di tutta Italia. Qui ne trovi alcuni dei nostri preferiti:

  • L’Arena: nel periodo romano questo luogo di sanguinosi scontri gladiatori poteva ospitare più di 30.000 spettatori. Nel 1117 un terremoto distrusse gran parte dell’anello esterno, che negli anni seguenti è stato utilizzato come una cava cittadina. Tuttavia, l’Arena è riuscita a conservare il suo fascino originario e da allora è diventata un luogo famoso per opere e concerti pop e rock, soprattutto in estate.
  • Il Teatro: il teatro romano era un edificio veramente splendido, situato sulla riva dell’Adige e preziosamente decorato. Lasciato deteriorarsi negli anni successivi, il complesso, che è stato restaurato con cura nel XIX secolo, è ora una delle attrazioni turistiche più famose. Nelle vicinanze puoi trovare molti altri affascinanti resti e un museo archeologico nell’antica abbazia dei Gesuati.
  • L’Arco dei Gavi: quando le truppe di Napoleone occuparono Verona nel 1805, il generale fece abbattere l’Arco dei Gavi in Via Postumia, costruito nel I secolo a.C., perché lo considerava un ostacolo militare. Ci sono voluti almeno 130 anni prima che l’arco fosse finalmente ricostruito nel piccolo parco tra la sponda dell’Adige e Corso Cavour.
  • Il Ponte Pietra: ponte romano ad arco che attraversa l’Adige, ricostruito parzialmente nel corso dei secoli, ma con molte parti che risalgono alla sua origine, intorno al 100 a.C. Cinque imponenti arcate collegano elementi romani con elementi del periodo scaligero e della Repubblica Veneta.

 

Altre attrazioni nel centro storico di Verona

Sia gli Scaligeri, sia i veneziani hanno lasciato le loro tracce sul paesaggio urbano di Verona, così sorprendente e sfaccettato. Non è assolutamente possibile elencare tutti i luoghi, ma certamente dovresti visitare le seguenti attrazioni:

  • Castelvecchio: Cangrande II della Scala ha fatto costruire questo castello quadrangolare, collegato alle vicine proprietà scaligere attraverso il Ponte Scaligero, costruito alla metà del XIV secolo. I successivi governatori hanno apportato diverse modifiche all’edificio prima che fosse dichiarato museo nel 1923. Sicuramente ti stupirà la varietà della scuola pittorica di Verona!
  • Il Ponte scaligero: questa via di fuga medievale dal castello scaligero di Castelvecchio è impressionante per la solidità ed è sopravvissuto a diverse e violente inondazioni. Distrutto varie volte dalle truppe nemiche, il ponte è stato ricostruito fedele all’originale ad eccezione della torre a sinistra.
  • San Zeno Maggiore: uno degli edifici sacri più belli di Verona risale all’XI e al XII secolo. Gli elementi romanici e gotici si scontrano in maniera quasi artistica. San Zeno Maggiore è, in un certo senso, il “meglio” dell’architettura di Verona dalla giocosa combinazione di colori al delizioso rosone dell’altissimo campanile.
  • La Cattedrale: in origine, durante il periodo romano, era il luogo delle ville, mentre la costruzione della prima basilica cominciò già nel IV secolo. Distrutta molte volte da incendi e terremoti, la Cattedrale ha assunto l’aspetto attuale nel tardo XV secolo. Scopri i fantastici tesori artistici, dagli affreschi, alla pala d’altare di Tiziano, al portico scolpito da Nicolò.
  • Il cimitero scaligero: poco dopo essere saliti al potere alla metà del XIII secolo, gli Scaligeri dichiararono come loro chiesa quella romanica di Santa Maria Antica. Ammira il sontuoso luogo di sepoltura dei primi governatori nel grande cimitero. I sarcofagi riccamente decorati, le statue e le tombe probabilmente ricordano i più enigmatici governatori di Verona.

 

Potremmo continuare così a lungo poiché il centro storico di Verona è tutto fuorché povero di attrazioni. Dove iniziare? Da dove cominciare? Sicuramente trascorrendo alcuni giorni in questa meravigliosa città e lasciarsi incantare dai diversi periodi storici e stili architettonici. ZAINOO ti augura tanto divertimento in questo meraviglioso Sito del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO!

Piazza del Duomo a Pisa

Piazza del Duomo a Pisa

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Quando senti il nome di Pisa, probabilmente penserai ad una particolare torre che è tutto fuorché dritta. Certamente, per molti turisti la Torre Pendente è un punto di riferimento della città toscana, anche se è soltanto una delle tante attrazioni in Piazza del Duomo. Conosciuta anche come Piazza dei Miracoli, è il luogo di quelle che sono le maggiori e le più importanti attrazioni di Pisa, le quali hanno avuto un grande impatto sulle straordinarie caratteristiche dell’arte e dell’architettura italiana, ben oltre il Medioevo. La piazza, già dal 1987, è stata anche riconosciuta Sito del Patrimonio Mondiale UNESCO.

Una posizione periferica e una grande influenza

Di solito, compaiono nell’elenco UNESCO i centri storici e i borghi medievali. Piazza del Duomo, nonostante sia collocata al confine nord-occidentale della città, assume un notevole ruolo nella vita cittadina di Pisa. Sebbene questa sua posizione periferica sembri insolita, in realtà ha perfettamente senso. Forse visiterai la Piazza della Cattedrale quasi di proposito per un giro turistico, considerato che l’attuale centro storico, con il suo caratteristico stile toscano, è collocato in una posizione relativamente tranquilla.

Gli stessi edifici sono stati costruiti per la maggior parte durante l’XI e il XII secolo. Ancora oggi hanno un effetto quasi ipnotico che attrae innumerevoli turisti da tutto il mondo. Lo stile architettonico di ogni chiesa e monumento situato sul prato verde accanto alla fortificazione della città antica avrebbe ben presto fatto il giro del Paese, dal nord al sud. Fino al XIV secolo, molte città e molti architetti tentarono di emulare l’aspetto speciale, quasi radiante, di Piazza dei Miracoli. Ti piacerebbe conoscere esattamente gli edifici che puoi trovare qui? Bene, allora è tempo di dare un’occhiata alle attrazioni in Piazza del Duomo a Pisa!

La Cattedrale di Pisa

Piazza del Duomo a Pisa, UNESCO

©Bigstock.com/moomusician

Rimarrai stupito di sentire che la costruzione della Cattedrale dell’Arcidiocesi di Pisa è durata oltre 200 anni. Stazionando di fronte ad essa probabilmente non ti accorgerai di come gli architetti hanno portato avanti la progettazione della facciata utilizzando per tutto il tempo lo stesso materiale da costruzione, il marmo di Carrara. Non dovrebbe sorprendere che, tra le altre città, anche Siena e Firenze, sono state ispirate da questa monumentale costruzione cristiana.

Ad oggi non è possibile datare la Cattedrale con precisione. È davvero un peccato poiché la sua facciata segna il significativo passaggio da una parte realizzata con pareti lisce ad una decorata con sculture, un’autentica novità nell’architettura europea. In quanto tale, ha un gran numero di decorazioni sul muro esterno realizzate in marmo multicolore, mosaici e oggetti in bronzo. Sfortunatamente, un grave incendio ha distrutto gran parte dell’interno nel 1595. Ad esempio, il soffitto con pannelli dorati è stato inserito durante i lavori di restauro. Gli splendidi affreschi e mosaici della cupola e del pulpito completano in maniera formidabile i monumentali pilastri in marmo.

La Torre Pendente di Pisa

Le fondazioni per un campanile indipendente, ma facente parte della Cattedrale di Pisa, furono gettate il 9 agosto 1173. Dodici anni dopo, la costruzione aveva appena raggiunto il terzo piano quando il campanile iniziò a pendere verso sud-est provocando un arresto della costruzione per qualche secolo. Soltanto circa 200 anni dopo la Torre Pendente di Pisa, ora punto di riferimento della città, è stata completata apportando alcune modifiche.

Ma perché la torre pende ugualmente? Probabilmente ciò è dovuto alla scarsità della sabbia e al terreno paludoso. Tuttavia, sorge sul limite di un’antica isola che era accanto al vecchio bacino portuale. Ora, l’angolo di inclinazione della torre si aggira intorno ai quattro gradi, con il pendolo al suo interno che arriva quasi a toccare una parete laterale. Le visite ora sono di nuovo possibili: 15 minuti per non più di 40 persone alla volta. Speriamo che non soffriate il mal di mare!

Il Battistero

La Cattedrale di Pisa ha ottenuto la costruzione del suo piccolo battistero alla metà del XII secolo; certo, piccolo se confrontato con la Cattedrale stessa. Lo stile romanico della chiesa a pianta circolare è, di per sé, piuttosto imponente soprattutto grazie alla facciata riccamente decorata. I busti sopra le arcate del più grande battistero cristiano del mondo rappresentano apostoli e profeti. Tuttavia, sono riproduzioni degli originali di Giovanni Pisano. Gradini senza fine ti conducono proprio al di sotto del tetto della cupola regalandoti un’incredibile vista sul fonte battesimale realizzato dal Da Como. E non farci nemmeno raccontare dell’eco…

Le altre attrazioni in Piazza del Duomo

Nella piazza della Cattedrale di Pisa, oltre questi tre monumenti principali, troverai molte altre interessanti attrazioni. Per te, ne abbiamo selezionate alcune delle nostre preferite:

  • Il Camposanto Monumentale: all’estremità nord Piazza del Duomo ospita un cimitero monumentale. Secondo la tradizione, fu costruito su un terreno sacro riportato dai crociati dalla Terra Santa. Una facciata gotica con arcate ceche ti conduce all’interno del complesso. Ammira i vari affreschi attentamente restaurati e i sarcofagi tardo-antichi che, nel chiostro, fungevano fin dal Medioevo, da luoghi di sepoltura per la nobiltà.
  • Il Palazzo dell’Opera: questo complesso di edifici situati a nord-est della piazza riunisce diverse costruzioni di epoche successive. Le singole case del Palazzo dell’Opera che sono state costruite tra il XIV e il XIX secolo in origine servivano come abitazioni per gli operai del complesso della Cattedrale. Ad oggi, solo poche stanze sono utilizzate come uffici, mentre altre sono state aperte al pubblico soltanto pochi anni fa.
  • L’Ospedale Nuovo di Santo Spirito: il “Nuovo Ospedale di Santo Spirito” è stato costruito al posto di un ospedale più antico e più piccolo nella parte sud-orientale della piazza nel 1257 e pensato per fornire rifugio ai poveri e ai malati, agli orfani e ai pellegrini. Tuttavia, l’ospedale dietro la facciata gotica è stato rimpiazzato dal Museo delle Sinopie. Qui dai un’occhiata alla meraviglia del Camposanto Monumentale: le sinopie dell’affresco riportate alla luce, una sorta di disegno degli affreschi, realizzate con un colore naturale marrone-rossastro.

 

Ancora oggi Pisa resta estremamente affascinante. Questa città splendida ed impressionante con il suo centro storico leggermente isolato riesce ancora a stupire ed ispirare i visitatori. Durante la tua visita, ti accorgerai presto che Piazza del Duomo è molto di più rispetto alla “sola” imponente Torre Pendente. Resta incantato dal monumentale complesso della Cattedrale con i meravigliosi edifici dalle sontuose facciate: ZAINOO ti augura tanto divertimento durante il tuo viaggio nel cuore della Toscana!