L’area archeologica di Agrigento

L’area archeologica di Agrigento, UNESCO

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Molti popoli e paesi hanno lasciato le loro tracce in Italia nel corso dei secoli e dei millenni. Sia la terraferma che l’isola richiamano i ricordi delle antiche potenze mondiali e dei grandi condottieri. Nel periodo prima di Cristo, la Sicilia era prevalentemente una colonia greca. I Greci hanno costruito diverse città, grandi templi e monumenti, molti dei quali sono sopravvissuti perfino alle conquiste puniche e romane. Quella che è probabilmente l’area archeologica più importante dell’isola è stata dichiarata, nel 1997, Sito del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Si trova ad Agrigento, a sud dell’attuale centro storico, e mostra in modo impressionante la precedente magnificenza greca. Se sei interessato alla storia, devi assolutamente visitare la Valle dei Templi!

Akragas e la Valle dei Templi attraverso i secoli

Il sito archeologico del patrimonio mondiale di Agrigento include quasi completamente l’antica città greca di Akragas. Fondata durante la seconda ondata della colonizzazione greca intorno al 582 a.C. presto è diventata la seconda polis più importante della Sicilia, dopo Siracusa. Situata su un altopiano elevato, Akragas era fornita di eccellenti sistemi difensivi grazie al terreno in forte pendenza e ai numerosi fiumi. Per secoli, le imponenti mura si sono dimostrate un ostacolo indistruttibile. Essere ben protetta dalle truppe nemiche ha permesso ai suoi governanti di potenziare ed espandere la polis. Sono stati costruiti diversi templi, un’acropoli e ampliate le mura.

Dopo diverse guerre i Romani distrussero Akragas intorno al 261 a.C., poco prima che iniziassero le conquiste dei Cartaginesi. Dopo essere stata conquistata dall’Impero Romano e ribattezzata Agrigento, la città si arricchì prima di essere in gran parte abbandonata e lasciata decadere dopo le incursioni dei Vandali. Gli scrittori tedeschi Goethe e Seume avrebbero rinvenuto la zona documentando le loro esperienze nei diari di viaggio. Nel XIX secolo, essi ispirarono degli approfonditi scavi archeologici. Oggi, la Valle dei Templi lotta per lo più per il lento decadimento degli antichi materiali calcarei da costruzione e molte zone sono state dichiarate aree edificabili, tanto che sono state realizzate costruzioni illegali in tutta la valle.

Le caratteristiche dei templi

L’area archeologica di Agrigento

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Ma che cos’è che rende i templi dell’area archeologica di Agrigento diversi da simili monumenti dell’antica architettura greca? Da un lato i materiali da costruzione. Mentre ad Atene e dintorni troverai soprattutto architetture in marmo, Agrigento ha utilizzato pietra calcarea proveniente dalla vicina valle del fiume Akragas. Uno strato di stucco gli conferisce l’aspetto di marmo. Inoltre, i templi presentavano strutture fortemente accentuate sul fronte, come l’ampio scalone e l’altare sacrificale, dove, come dimostrato, si tenevano riti con sacrifici di animali. Tuttavia, il Tempio di Zeus è leggermente differente, poiché mostra elementi cartaginesi, come i pilastri (anziché le colonne) ed è stato costruito dopo una vittoria dei Greci sui Cartaginesi.

Una passeggiata attraverso la Valle dei Templi

Il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi racchiude i più importanti resti degli insediamenti greci lungo le mura meridionali della città e alcuni santuari risalenti ad epoche precedenti. Non lasciarti confondere dal nome: questa non è realmente una valle, ma un altopiano più elevato. Basta parlarne, ti presentiamo alcune attrazioni del parco assolutamente da vedere durante la visita guidata:

  • Il Tempio di Zeus: dopo aver sconfitto i Cartaginesi nella battaglia di Himera nel 480 a.C. circa, il tiranno Terone ordinò la costruzione del Tempio di Zeus. Gli elementi architettonici cartaginesi furono impiegati per simboleggiare la superiorità greca. Il Tempio di Zeus era il terzo tempio più grande di tutta l’antica Grecia. Dopo la conquista della colonia da parte dei Cartaginesi, rimasero soltanto alcuni resti delle mura e dei pilastri. Ironico, no?
  • Le mura della città: nella parte meridionale le mura furono ricavate dalle rocce. Si possono vedere delle sepolture bizantine nella parte interna.
  • Il Tempio di Eracle: costruito probabilmente nel V secolo a.C., questo tempio sorge su un basamento composto da tre gradini. I suoi resti sono sparsi per l’intera area archeologica, le colonne sono state ricostruite nel 1924.
  • Il Tempio di Hera Lacinia: in realtà questo tempio non era dedicato ad Hera, è ambiguo, l’autentica consacrazione oggi è sconosciuta. Ora, 25 dei 34 pilastri iniziali svettano verso il cielo. Molti di essi ancora presentano i capitelli e l’architrave.
  • I giardini della Kolimbetra: anticamente, questo bacino a valle era utilizzato per il drenaggio e l’approvigionamento idrico. In seguito fu insabbiato, diventando il luogo di fertili orti e frutteti. Molti alberi e piante sono centenari. Oggi, gli antichi acquedotti sono utilizzati per irrigare i terreni.
  • Il Tempio dei Dioscuri: le ricostruzioni di questo tempio hanno causato enormi controversie tra gli esperti. Il suo singolare aspetto è stato contestato al massimo poiché sintetizzava insieme elementi di diversi periodi stilistici. Tuttavia, le strutture del tempio sono certamente da vedere.
  • Il Tempio della Concordia: essendo l’esatto contrario del Tempio dei Dioscuri, il Tempio della Concordia con la sua struttura originale, è probabilmente uno dei più autentici di tutto il parco. Sorge su una base che livella le irregolarità del terreno ed è stato utilizzato come basilica cristiana fino al XVII secolo.
  • Le necropoli paleocristiane: tra il III e il IX secolo d.C. dei siti funerari sono stati collocati tra il Tempio della Concordia e il Tempio di Eracle. Purtroppo, le catacombe sottostanti sono chiuse al pubblico.
  • Il santuario delle divinità Ctonie: i greci adoravano i loro Dei anche prima della colonizzazione di Akragas. La parte più antica di questo santuario risale alla prima metà del VI secolo a.C.

 

Altri siti e monumenti

Oltre ai diversi siti archeologici di Agrigento, ci sono molte altre attrazioni in più nell’area del Parco Archeologico e Paesaggistico. Abbiamo selezionato per te alcune delle nostre attrazioni preferite:

  • Il poggetto San Nicola: una graziosa collina, Poggetto San Nicola, sorge nel cuore dell’antica città. Troverai una piccola chiesa cistercense con una facciata romanica di una certa importanza. Tuttavia, i rilievi in marmo della cappella laterale sono di origine greca. Il Museo Archeologico raccoglie significativi ritrovamenti di Agrigento e dintorni, come un sarcofago romano di un bambino e un telamone dal Tempio di Zeus.
  • Il Tempio di Efesto: situato appena all’interno delle antiche mura della città, ma al di fuori del parco, questo è il più recente dei classici templi di Akragas. Sfortunatamente, sono sopravvissuti solo i resti di due pilastri.
  • Il Tempio di Asclepio: gli scavi più recenti hanno portato alla luce un insieme di edifici attorno a questo tempio fuori città. Secondo Cicerone, un tempo una statua di Apollo era custodita qui.
  • L’Acropoli: originariamente c’erano due templi sull’acropoli – dedicati a Zeus ed Atena – che si estendeva su due colline. I loro resti rimangono nascosti. Gli esperti credono che la chiesa di Santa Maria dei Greci sia stata costruita sull’antica area del Tempio di Atena.

 

Ancora oggi, un fascino selvaggio si nota sull’Area Archeologica di Agrigento. L’insieme di antiche rovine e tentativi di ricostruzione riescono ancora ad incantare in un modo che è difficile da spiegare a voce. In altre parole, devi assolutamente visitare la Valle dei Templi. Una volta che hai messo piede in questo parco, puoi realmente sentire la sua storia ricca di avvenimenti. Non perderti questa e le molte altre località di ZAINOO!

Incisioni rupestri in Valcamonica

Incisioni rupestri in Valcamonica, UNESCO

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L’UNESCO ha stilato il suo elenco di Siti del Patrimonio Mondiale nel 1978 nominando i primi dodici luoghi in Africa, Europa, Nord e Sud America. L’Italia ha ottenuto il suo primo Sito del Patrimonio Mondiale l’anno successivo ed è un luogo che vi condurrà in un viaggio indietro nel tempo. Le prime incisioni rupestri in Valcamonica in Lombardia sono state realizzate già nell’8000 a.C. Le stime contano da 140.000 a più di 300.000 raffigurazioni dal Mesolitico all’Età del Ferro. Hai già preparato le valigie per il tuo tour primitivo? Benissimo, andiamo!

La Valcamonica

Conosciuta come Val Camonica, questo luogo è una valle, come puoi giustamente comprendere. Per essere più precisi, si estende per 70 km in provincia di Brescia in Lombardia con il fiume Oglio che la attraversa. La Valcamonica (in latino “Vallis Camunnorium” che si traduce come “Valle dei Camunni”) deriva il suo nome dai Camunni, un popolo dell’Età del Ferro e gli antenati dei Camuni, gli attuali abitanti della valle.

A parte i diversi parchi naturali ed archeologici, tutti strettamente legati alle incisioni rupestri, ti imbatterai in siti affascinanti che vanno dal periodo romano al medioevo. Se hai un po’ di tempo, suggeriamo un’escursione a Brena e a Cividate Camuno per le loro rovine romane, gli straordinari borghi medievali di Bienno e Lovere, o alle tante pittoresche chiese e castelli tra valli e montagne.

I Camunni

È probabile che, nonostante popolassero la valle soltanto attorno al I secolo a.C., l’influenza dei Camunni è stata significativa al culmine del periodo delle incisioni rupestri in Valcamonica. È probabile che la tradizione culturale di questo popolo risalga addirittura al primo periodo del Neolitico. Secondo le attuali testimonianze, si crede che ci furono contatti tra gli Etruschi e i Celti. Entrambi i popoli influenzarono notevolmente i Camunni. Fino ad oggi il loro nome è strettamente connesso alle raffigurazioni rupestri in Valcamonica, perché sono stati ritenuti gli autori di tali incisioni.

Purtroppo, diverse cose sui Camunni non sono ancora note. Hanno lasciato soltanto poche parole scritte sotto le loro incisioni, che gli esperti non sono riusciti a decifrare correttamente; si crede che il loro linguaggio fosse un misto di Etrusco e Celtico. I Romani hanno conquistato la regione dei Camunni durante la campagna dell’Imperatore Augusto nell’arco alpino e in Rezia. L’Impero garantì la cittadinanza romana e un certo livello di auto-governo, seguì presto la cittadinanza romana, e le radici primitive caddero lentamente nel dimenticatoio.

Le caratteristiche e la scoperta delle incisioni rupestri

Incisioni rupestri in Valcamonica

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Le incisioni rupestri che scoprirai durante il tuo tour – meglio con una guida per uno straordinario coinvolgimento nelle diverse culture che popolavano la valle nel corso dei millenni – sono state realizzate in un lungo periodo di tempo. Le prime incisioni sono state probabilmente realizzate nel Mesolitico intorno al 12.000 a.C. Tuttavia, quelle comunemente ritrovate e più conosciute risalgono ai Camunni del I secolo a.C.

Fino ad oggi, l’ordine e la rappresentazione delle singole figure pone un enigma. Alcune mostrano delle ovvie gerarchie, altre sembrano essere state incise nella roccia in maniera piuttosto casuale. Tuttavia, è stato dimostrato che la maggior parte dei disegni sono degli ideogrammi, cioè delle rappresentazioni che mostrano un concetto o un’idea. Spesso sono di natura rituale o religiosa. Tra le incisioni rupestri più famose c’è la Rosa Camunia; un’incisione a forma di fiore che la regione Lombardia ha adottato come suo simbolo ufficiale.

Le prime scoperte documentate e i documenti relativi a queste incisioni rupestri risalgono al 1909, ma solo negli anni ’20 gli studiosi hanno iniziato progetti di ricerca su larga scala. Solo dopo la seconda guerra mondiale sono stati pubblicati i primi libri sulla popolazione della Valcamonica e si sono tenute delle conferenze. Raggiungere lo status di Sito del Patrimonio UNESCO ha dato un ulteriore impulso ai ricercatori. Sono state scoperte e documentate molte altre incisioni rupestri. Mentre le stime elencavano circa 140.000 disegni nel 1979, le ricerche più recenti ne contano oltre 300.000.

Le incisioni rupestri in Valcamonica attraverso i secoli

Oggi è possibile vedere le incisioni rupestri in Valcamonica nei seguenti otto parchi archeologici nazionali:

  • Parco nazionale delle incisioni rupestri di Naquane (Capo di Ponte)
  • Parco archeologico nazionale del Massi di Cemmo (Capo di Ponte)
  • Parco archeologico comunale di Seradina-Bedolina (Capo di Ponte)
  • Parco archeologico di Asinino-Anvòla (Ossimo)
  • Parco comunale delle incisioni rupestri di Luine (Darfo Boario Terme)
  • Parco comunale archeologico e minerario di Sellero
  • Parco archeologico comunale di Sonico
  • Riserva naturale incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo

 

Per le incisioni rupestri, ad oggi, sono state identificate sei epoche principali:

  • Mesolitico: le prime incisioni rupestri risalgono a circa 12.000 anni fa ed avevano un aspetto piuttosto confuso. Da questo momento, è molto più frequente vedere raffigurazioni di alce dell’Olocene, che si è estinto nel 9.500 a.C. circa.
  • Neolitico: una nuova popolazione ha preso il posto dei cacciatori e dei raccoglitori. Questo periodo ha visto la prima composizione di due raffigurazioni in ideogramma. La caccia, l’agricoltura e le conquiste tecnologiche hanno giocato un ruolo fondamentale.
  • Eneolitico: nuovi simboli rappresentanti un cambiamento culturale sono apparsi fino all’inizio dell’Età del Bronzo. Gli ornamenti religiosi e simbolici hanno lasciato il loro segno in quest’epoca.
  • Età del Bronzo: la lavorazione e l’estrazione dei metalli prevalgono, sostituendo rappresentazioni di pugnali ed asce con scene di battaglia. Inoltre, da osservare ci sono anche mappe topografiche e scene mitiche.
  • Età del Ferro: le influenze degli Etruschi e della civiltà Villanoviana hanno condotto alla realizzazione di varie iscrizioni e di oggetti Celti nell’ultimo periodo, mentre da altre rappresentazioni possiamo trarre delle conclusioni sulla struttura sociale.
  • Età romana e medievale: le incisioni rupestri realizzate sono sensibilmente diminuite quando il territorio dei Camunni è stato unito all’Impero Romano. Non sarai sorpreso che diverse incisioni di questo periodo recano iscrizioni in latino. C’è stata una breve rinascita nel Medioevo dell’insieme dei simboli pagani e cristiani che erano utilizzati dai pastori come un passatempo.

 

Innumerevoli incisioni rupestri ti aspettano nel tour attraverso la Valcamonica. Nessun altro luogo al mondo offre una visione così profonda e affascinante in un’antica cultura, che altrimenti sarebbe stata dimenticata. Prenditi del tempo e fai qualche viaggio nelle cittadine e nei borghi dei dintorni: ZAINOO ti augura un emozionante soggiorno!

Su Nuraxi di Barumini

Su Nuraxi di Barumini, UNESCO

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In Sardegna la preistoria ha lasciato un gran numero di tracce sull’intera isola, che è assolutamente necessario esplorare. Risalgono a migliaia di anni fa e oggi possono essere vissute in una meravigliosa sequenza spazio-temporale. Numerosi resti e monumenti ti aspettano sulla costa e nell’entroterra. Nei musei dell’isola, essi sono affiancati da particolari mostre che ti conducono in un viaggio in un lontano passato. Tra i resti più importanti e spettacolari della Sardegna preistorica ci sono i nuraghi – costruzioni a forma di torre che si sono diffuse durante l’Età del Bronzo. Nel 1997, l’impressionante complesso Su Nuraxi di Barumini è stato addirittura proclamato Sito del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO ed è la meta del viaggio di oggi.

La cultura di Bonnanaro e la civiltà nuragica

Queste antiche torri sono strettamente legate a due culture, che hanno entrambe avuto un ruolo importante nella formazione e nello sviluppo della Sardegna. Prima (dal 2200 al 1600 a.C.) la cultura di Bonnanaro ha dominato la vita dell’isola. Ha segnato la transizione dall’Età del Rame alla prima Età del Bronzo ed è nota soprattutto per le semplici terrecotte, chiaramente influenzata dalla cultura di Polada. Questo periodo ha visto la costruzione della Tomba dei Giganti, anticipando le altre tombe dei giganti e i primi nuraghi. Le tracce della cultura di Bonnanaro sono state scoperte piuttosto tardi; gli scavi delle prime necropoli sono iniziati solo alla fine del XIX secolo.

La civiltà nuragica corrisponde esattamente alla cultura di Bonnanaro ed è durata, a seconda della località geografica, anche fino a dopo la conquista dell’Impero Romano. Non ci sono documenti scritti che ci permettono di rintracciare in maniera precisa la storia della civiltà nuragica, solo poche (romanzate) memorie nella letteratura greca e romana. Quindi, mentre alcuni aspetti della cultura rimarranno sconosciuti per sempre, il loro punto debole per le gigantesche costruzioni ha lasciato delle tracce abbastanza utili. La civiltà nuragica ha sviluppato ulteriormente le tombe dei giganti – come Muraguada e Marau – e perfezionato le tombe rupestri sarde. Tuttavia, il loro più importante risultato architettonico ha dato il suo nome alla cultura: i magnifici nuraghi. Essi si sono sviluppati ulteriormente durante il passaggio dall’Età del Ferro fino a che i Cartaginesi e i Romani hanno attaccato le città sarde. L’isola si è arresa dopo una devastante sconfitta nel corso della Prima Guerra Punica nel 238 a.C. circa e la civiltà nuragica è presto scomparsa. È sopravvissuta un po’ più a lungo nell’entroterra fino al periodo dell’Impero Romano.

Il significato dei nuraghi

Quindi, la civiltà nuragica si basa sulle costruzioni enormi e colossali. Ma perché gli omonimi nuraghi erano così importanti per questa società? Per cominciare, è tristemente sconosciuta la provenienza del termine nuraghe. I Romani già lo utilizzavano nel III secolo a.C., ma abbiamo perso la sua etimologia. Avrebbe potuto essere una parola punica, o un’invenzione completamente nuova basata sulle parole “cumulo” o “grotta”. Fino ad oggi, sono stati scoperti più di 7.000 nuraghi. Gli studiosi credono che originariamente ce ne potessero essere più di 10.000.

Sul complesso nuragico di Su Nuraxi

Su Nuraxi di Barumini

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Dopo aver letto tutto questo, non sarete sorpresi di scoprire che anche il significato preciso di Su Nuraxi di Barumini è sconosciuto – molti studiosi credono che sia servito come fortezza o come luogo rituale. Il complesso nuragico di più grandi dimensioni e meglio conservato risale probabilmente al XVII secolo a.C. ed è formato da quattro torri angolari e da un nuraghe centrale. Tutto intorno si è sviluppata una città abitata probabilmente da un massimo di 1.000 persone tra il XIII e VI secolo a.C.

Le visite guidate nel complesso nuragico sono offerte a piccoli gruppi, motivo per cui dovresti prenotare il prima possibile. La prima tappa del tour, come previsto, è la torre centrale sulla collina Marmilla. Ci sono resti di nove altre torri situate attorno le torri angolari – quindi, possiamo solo immaginare quali fossero le esatte dimensioni di Su Nuraxi. Altre innumerevoli torri abbastanza sviluppate e resti di torri consentono di stimare la loro origine, mentre le diverse cinte murarie sono state probabilmente costruite in seguito. Le parti più moderne del villaggio, ampliate sotto l’influenza orientale, sono piuttosto imponenti. Puoi anche vedere le tracce delle battaglie – Su Nuraxi di Barumini è stato distrutto dai Cartaginesi dopo il 600 a.C.. Se osservi attentamente, potresti persino scoprire segni di un utilizzo durante il successivo periodo romano e in quello medievale.

I 5 nuraghi più significativi della Sardegna

Vedendo che circa 7.000 nuraghi sono “sopravvissuti”, forse potresti essere interessato a sapere quali altri edifici primitivi e complessi con torri ci sono da visitare. Certamente, un elenco completo potrebbe essere un po’ troppo lungo, ma vorremmo suggerti qualche attrazione consigliata:

  • Santu Antine: le persone della regione chiamano questo luogo “Sa Domo de su Re” (la casa del re) – riferendosi alle sue giganti dimensioni. Questo nuraghe dell’Età del Bronzo, con la gigantesca torre principale ancora ben conservata, è stato abitato anche nel periodo romano.
  • Arrubiu: il più grande complesso nuragico della Sardegna si estende sull’incredibile superficie di 3.000 m². Cinque torri secondarie attorno a quella principale e altre dodici torri nella parete esterna ti aspettano insieme alle rovine di torri angolari aggiuntive che non sono sopravvissute così bene al tempo.
  • La Prisgiona: gli scavi di questo grande complesso nuragico continuano ancora oggi. A parte le torri, l’enorme villaggio di circa 90 singoli edifici è impressionante. Era probabilmente ancora utilizzato durante l’Età del Ferro e del Bronzo.
  • Albucciu: scavato intorno al 1960, questo nuraghe primitivo è un po’ diverso. Da un lato assomiglia ad una Torre Corsa. Inoltre, la disposizione delle singole stanze si discosta da quasi tutti gli altri nuraghi.
  • Palmavera: a parte le torri e il villaggio, rimarrai probabilmente incantato dal rifugio circolare o luogo di riunione perfettamente conservato. Palmavera è stata probabilmente costruita attorno ad una pietra devozionale e mostra tracce di ceramica e lavorazioni in metallo.

 

Il loro esatto significato potrebbe essere sconosciuto, ma ancora – forse proprio a causa di questo – il complesso nuragico Su Nuraxi di Barumini continua ad esercitare il suo fascino. Attraverso i secoli i cambiamenti e gli sviluppi diventano evidenti e durante il tuo tour in questo antico insediamento ti permette di immergerti a fondo nella primitiva storia dell’isola. Unisci il tuo viaggio a Su Nuraxi con una vacanza in Sardegna: tanti altri nuraghi, diverse località e città, è inutile dirlo, le sue meravigliose spiagge ti stanno già aspettando!

Il centro storico di Urbino

Il centro storico di Urbino, UNESCO

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Quando si parla dei più grandi centri rinascimentali d’Italia, il primo pensiero è probabilmente Firenze, una città famosa in tutto il mondo con tantissimi monumenti ed opere d’arte di fama mondiale. Tuttavia, l’arte e la cultura di questo affascinante periodo è sbocciata anche al di fuori della Toscana. Urbino è un piccolo ed accogliente paese sulle colline marchigiane. Nel XV secolo, durante la signoria dei Montefeltro, ha visto un vero e proprio boom edilizio e ha adottato il suo aspetto rinascimentale che riesce a mantenere ancora oggi. Il centro storico è stato anche dichiarato Sito del Patrimonio Mondiale UNESCO nel 1998.

L’influenza di Federico da Montefeltro

Essendo stata venduta al Papa dopo la guerra greco-gotica, l’antica città di Urbino cercò ripetutamente di diventare indipendente. Nel 1155, l’Imperatore Federico I dichiarò Antonio da Montefeltro vicario imperiale di Urbino. Il figlio, Montefeltrano I diventò conte mentre Federico da Montefeltro divenne addirittura Duca. I 38 anni del regno di Federico videro un autentico boom in tutto il Ducato che ha lasciato il segno sulla città fino ad oggi.

Essendo un promotore molto intraprendente delle arti figurative, Federico ha attratto alcuni dei principali personaggi rinascimentali dell’arte e della cultura, come Leon Battista Alberti, Piero della Francesca, Girolamo Genga, Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini e Giovanni Santi, il padre di Raffaello. All’inizio anche le carriere artistiche di Bramante e Raffaello hanno preso il via ad Urbino. L’architettura della città è stata fortemente plasmata sugli ideali del Rinascimento e ha mantenuto quasi del tutto il suo aspetto fino ad oggi, a causa della stagnazione economica in seguito alla morte di Federico. Suo figlio Guidubaldo è stato l’ultimo Duca dei Montefeltro di Urbino. Nel 1502 circa, dopo il suo esilio la famiglia Della Rovere ha assunto il potere fino al 1631, quando Urbino è diventata parte dello Stato Pontificio.

Il Palazzo Ducale

Una breve passeggiata per il centro storico di Urbino ti fa incontrare un gran numero di attrazioni architettoniche. Ancora oggi, l’antico Palazzo Ducale dei Montefeltro resta, per buone ragioni, la principale attrazione. Il Palazzo Ducale racchiude tutto ciò che rende la città rinascimentale così unica in un edificio magnifico e fenomenale, la cui facciata si staglia maestosamente sopra Urbino, praticamente invitandoti nel suo centro storico.

Le mura del Palazzo del Conte, probabilmente del tardo XIV secolo, erano già presenti quando iniziò la costruzione di questo magnifico edificio nel 1463. La costruzione iniziale fu lenta fino a che, nel 1466, Federico da Montefeltro non riuscì a convincere il primo costruttore degli Este, Luciano Laurana. L’architetto realizzò il cortile con le arcate e la facciata con le torri a ovest. Francesco di Giorgio Martini si occupò degli arredi interni delle stanze. Le stanze con alti soffitti e ricchi ornamenti, completamente decorate con stucchi conferiscono al palazzo un caratteristico tocco rinascimentale. Il Palazzo restò un edificio governativo fino al XX secolo prima di essere aperto al pubblico alla metà degli anni ’80 dopo lunghi lavori di ristrutturazione.

Il tour a Palazzo Ducale ti farà conoscere Federico da Montefeltro in veste di studioso. Il suo interesse per gli studi classici e umanistici è mostrato nelle diverse sale incluso lo Studiolo, concepito da Laurana nel 1472. Gli strumenti musicali, gli apparecchi scientifici e gli innumerevoli libri celebrano l’ideale dell’uomo colto del Rinascimento. Inoltre, raccomandiamo una sosta alla Galleria Nazionale delle Marche. Oltre ai vari ritratti di governanti e dei membri della famiglia ducale, ti imbatterai nelle opere di Raffaello, Tiziano e Piero della Francesca.

Altre attrazioni rinascimentali ad Urbino

Il centro storico di Urbino

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Nonostante il tuo obiettivo sia comprensibilmente l’imponente Palazzo Ducale, il centro storico rinascimentale di Urbino ha molto di più da offrire. Dovresti riservarti almeno una giornata intera per godere appieno di tutti gli aspetti della città. Ma cosa vedere in giro per la città, ti chiederai? Ecco, abbiamo giusto qualche idea per te:

  • Il Duomo: la storia della costruzione delle chiese di Urbino è lunga e importante, ma anche piuttosto ardua e piena di battute d’arresto. Federico da Montefeltro fece sostituire l’originale Duomo, probabilmente costruito all’inizio dell’XI secolo, con una nuova enorme costruzione di Francesco di Giorgio Martini, terminata nel 1602. Molti terremoti hanno seriamente danneggiato il Duomo, soprattutto la sua cupola e la tomba dell’umanista Polidoro Virgili che è irrimediabilmente perduta. Le altre parti dell’edificio sono state ristrutturate in stile neoclassico.
  • L’Università: quella di Urbino è stata fondata solo pochi anni dopo l’esilio di Guidobaldo da Montefeltro. Ora è di proprietà privata e le varie facoltà sono distribuite nei vari edifici rinascimentali del centro storico. Un giro nei giardini botanici “Pierina Scaramella” ti condurrà tra fiori e piante di rara importanza medicinale.
  • La Rampa Elicoidale: Federico da Montefeltro aveva fatto costruire un’enorme scala per collegare la piazza del mercato con il suo palazzo. La vecchia torre con la sua scala a chiocciola incredibilmente lunga e con gradini piatti conducono ad un grande teatro che è ora utilizzato per eventi culturali.
  • San Domenico: questa chiesa meravigliosa si trova davanti a Palazzo Ducale. Non devi nemmeno entrare a San Domenico per restarne incantato, poiché solamente la sua facciata è piuttosto impressionante. La porta rinascimentale riccamente decorata è abbellita dalla Madonna con il Bambino e santi. Se vuoi vedere l’originale Luca della Robbia dovresti visitare la Galleria Nazionale.
  • L’Oratorio di San Giovanni Battista: a differenza di San Domenico, questa piccola cappella, dall’esterno, sembra particolarmente ordinaria. Tuttavia, dovresti assolutamente dare un’occhiata all’interno di queste sacre stanze per vedere gli stupendi affreschi tardo-rinascimentali dei fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni che rappresentano varie scene dell’Antico Testamento.
  • Casa Natale di Raffaello: come già sai, il padre di Raffaello lavorava alla corte di Federico da Montefeltro. Il suo famoso figlio è nato ad Urbino e la sua casa natale è attualmente un museo che espone sia copie di importanti opere sia originali (tra cui “L’Annunciazione” di Giovanni Santi). La lastra tombale dei genitori di Raffaello si trova presso l’ingresso laterale della Chiesa di San Francesco.

 

Il centro storico di Urbino ha molti altri grandi palazzi, chiese e musei da offrire, troppi per elencarli tutti. Riserva almeno un giorno intero del tuo viaggio per questo splendido centro rinascimentale e fai qualche deviazione qua e là tra gli edifici poco conosciuti. Resterai impressionato dalla diversità, dalla bellezza architettonica e dal fascino coltivato con esito positivo in un periodo così lontano. Per il tuo tour a Urbino il team di ZAINOO ti augura tanto divertimento!

Assisi, la Basilica di San Francesco e gli altri luoghi francescani

Assisi e la Basilica di San Francesco, UNESCO

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Alcuni Siti del Patrimonio Mondiale sono dedicati ad un determinato monumento o ad una zona. Altri riguardano un intero periodo o una dinastia. E poi, ci sono quelli incentrati solo su un personaggio. Nel 2000 l’UNESCO ha unito diversi luoghi della vita di Francesco d’Assisi sotto il titolo “Assisi, la Basilica di San Francesco e altri luoghi francescani”. Le chiese, le cappelle e la città medievale stessa ti invitano ad intraprendere un viaggio nel periodo della formazione dell’Ordine Francescano – un breve tour in Umbria, nel cuore dell’Italia, che certamente ne vale la pena.

La vita di San Francesco

Probabilmente conosci il nome di Francesco d’Assisi. È uno dei più importanti santi della Chiesa Cattolica di Roma, soprattutto nel centro e nel sud Europa, e nel 2013, ha ispirato il nome pontificale di Papa Francesco. Francesco è nato nel 1181 o 1182 ed era figlio di un ricco mercante di tessuti di Assisi ai piedi del Monte Subasio. Ha avuto un’istruzione eccellente per il suo ceto, ha partecipato a diverse feste in gioventù e inizialmente voleva diventare un cavaliere.

Mentre si stava recando in Puglia per una battaglia, Dio gli è apparso in sogno facendogli cambiare quasi totalmente la sua vita. Dopo un’altra apparizione sul crocifisso nella Chiesa di San Damiano in rovina, Francesco ha deciso di vivere la sua vita in completa povertà di mezzi ed ha iniziato a ricostruire la Chiesa. In seguito, ha raggruppato dei compagni e, dopo l’iniziale resistenza, ha dato vita all’ Ordine dei Francescani, riconosciuto ufficialmente dal Papa nel 1215 circa. Francesco d’Assisi è morto, il 3 ottobre 1226, nella Chiesa della Porziuncola, dove aveva avviato il suo ordine. Meno di due anni dopo è stato canonizzato.

Assisi

Essendo la città natale e la casa del santo, Assisi è il primo punto di partenza per il nostro piccolo tour di questo Sito piuttosto esteso del Patrimonio Mondiale UNESCO. Il paesaggio urbano medievale con le sue mura e i resti della fortificazione della Rocca Maggiore sono stati chiaramente identificati come luoghi d’interesse. Infatti, ci sono diverse cinte murarie che accerchiano il centro storico. Gli esperti credono che la prima cinta muraria risalga al periodo romano nel II o I secolo a.C. circa, poi ampliata nel 1260 circa. La principale cinta muraria è stata completata nel 1316, rinforzata da otto porte cittadine. Secondo gli esperti, l’unica porta risalente al periodo romano è Porta San Giacomo, nell’area settentrionale delle mura, perché ancora mantiene perlopiù il suo aspetto originario.

Il paesaggio urbano di Assisi è stato migliorato nel corso dei secoli. Architetti, muratori e scalpellini lo hanno curato passo dopo passo per conservare il suo splendore originale. Passeggiando per il centro storico, ti imbatterai in diversi monumenti con vistose facciate, ma vedrai anche molti edifici religiosi architettonicamente complessi. Prenditi almeno un giorno libero per vedere tutto. C’è anche una basilica che catturerà sia la nostra immaginazione, sia quella di quasi tutti gli altri turisti.

La Basilica di San Francesco

Assisi e la Basilica di San Francesco

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Anche se Francesco d’Assisi è morto nella piccola Chiesa della Porziuncola – chiedendo ai suoi compagni di essere portato lì due giorni prima della morte – ha voluto essere seppellito nell’antico luogo utilizzato per le esecuzioni, dove la Basilica di San Francesco è stata frettolosamente costruita. La basilica inferiore era già terminata nel 1230, ma la sepoltura di Francesco è avvenuta in segreto in una cripta sotterranea per paura dei saccheggiatori di tombe. La cripta è stata scoperta solo nel 1818 e da allora è diventata un luogo di pellegrinaggi molto frequentato.

Entra nella basilica inferiore attraverso un grandioso ingresso laterale in stile gotico per ammirare impressionanti affreschi sulla vita del santo. Altre immagini sono sopravvissute ai secoli scorsi appena con poche tenui tracce. Al contrario, la basilica superiore è tenuta in grande considerazione come un vero gioiello della storia dell’arte italiana. Il ciclo di affreschi di Giotto, che ha iniziato il suo lavoro nel 1296, è una delle prime rappresentazioni della storia dei francescani. Nella basilica superiore puoi anche vedere episodi francescani di Bonaventura, diverse immagini di santi, finestre e pavimenti finemente realizzati – in altre parole, uno spazio che certamente catturerà la tua immaginazione.

Altri luoghi francescani

A parte la chiesa con la sepoltura e la stessa Assisi, il Sito del Patrimonio Mondiale UNESCO in onore di San Francesco racchiude altri sei luoghi commemorativi nella città e nei dintorni. Tutti i diversi siti brillano di una luce che viene dalla vita del santo e dovrebbero far parte del tuo itinerario francescano. Meglio programmare un secondo giorno per visitare questi luoghi:

  • Sacro Convento: il principale convento e luogo spirituale dei Frati Minori si trova accanto alla Basilica ed è stato costruito sul cosiddetto Colle dell’Inferno, l’antico luogo delle esecuzioni. Utilizzato un tempo come residenza estiva del Papa, ora è sede dell’Istituto Teologico per la formazione dei vari ordini francescani – tra cui anche ordini femminili – e ordini benedettini.
  • San Damiano: una passeggiata di venti minuti attraverso campi e oliveti ti conduce alla Chiesa di San Damiano che si trova sotto la città. Francesco d’Assisi ha ricevuto da Dio l’ordine di ricostruire la chiesa proprio in questo luogo. San Damiano riuscì a mantenere pressoché intatto il suo fascino originale, ma alcuni affreschi e capolavori si sono completamente deteriorati.
  • La Porziuncola: il nome tradizionale di questa piccola cappella nella Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli deriva dal latino e sta per “piccola porzione di terra”. Costruita probabilmente già all’inizio del IV secolo d.C., è diventata il centro francescano della fede e, infine, il luogo di morte di San Francesco. Particolarmente notevole: l’enorme affresco di Friedrich Overbeck che rappresenta la visione del santo.
  • La Basilica di Santa Maria degli Angeli: l’enorme basilica è stata costruita a partire dal 1569 per racchiudere la cappella della Porziuncola. Le sue forme semplici e armoniche conferiscono a Santa Maria degli Angeli un aspetto sereno in netto contrasto con le sue grandi dimensioni e, allo stesso tempo, pone l’attenzione sul luogo della morte di Francesco.
  • Santa Maria delle Carceri: nel corso del suo periodo da eremita, Francesco d’Assisi si è ritirato in una foresta sopra la città, in una gola a picco sul Monte Subasio. La piccola chiesa di Santa Maria delle Carceri è stata costruita nel 1400 circa. L’Ordine dei frati francescani vive qui e celebra la messa nell’adiacente convento.
  • L’Eremo delle Carceri: il convento francescano si trova proprio accanto alla chiesa. Scale strette ed arcate conducono in alto al cosiddetto “Buco del Diavolo”, una grotta con un’ampia vista panoramica.

 

Ci sono certamente molti luoghi ad Assisi e dintorni che sono strettamente legati alla storia di San Francesco. Stupende chiese, natura magnifica e un paesaggio urbano medievale ancora fedele al suo aspetto originale ti invitano in un viaggio spirituale indietro nel tempo e molto particolare. Ti auguriamo tanto divertimento per la tua visita in questo Sito mozzafiato del Patrimonio Mondiale UNESCO!

I Sassi e il Parco delle chiese rupestri di Matera

Sassi di Matera, UNESCO

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Ti interessa l’età della Pietra? Bene, puoi sempre visitare un museo che espone alcuni oggetti e strumenti della vita quotidiana di migliaia o addirittura decine di migliaia di anni fa. Ma che dire di un’intera città abitata senza interruzione per oltre 9.000 anni? Secondo questa descrizione, a Matera, nella regione italiana meridionale della Basilicata, probabilmente ti aspetterai un qualsiasi museo all’aria aperta. In realtà, ci sono ancora 60.000 persone che vivono nella città a circa 200 km a ovest di Napoli. Molti di loro hanno addirittura restaurato le grotte nei Sassi, che sono state dichiarate Sito del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1993, e vivono al loro interno. Suona strano? No, assolutamente!

Dall’Età della Pietra alla pubblica indignazione

Non sappiamo esattamente quando i primi Sassi, come sono chiamati tali insediamenti, siano stati costruiti. Le scoperte archeologiche indicano l’origine neolitica: ciò avrebbe reso Matera una delle più antiche città del mondo. A quanto pare, c’è solo un altro posto simile in Cina con grotte dell’età della pietra e persone che ancora vivono al loro interno. Scoperte successive attestano la continuità delle abitazioni scavate nel tufo e molti reperti ceramici emersi, per fare uno dei numerosi esempi, sono strettamente legati all’inizio dell’ Età del Ferro.

I Sassi erano abitati anche in epoca pagana fino a quando, a metà del XX secolo, un rapporto pubblico li dichiarò un crimine contro la civiltà. Era inconcepibile per molti italiani che alcune persone vivessero ancora in grotte senza elettricità o acqua corrente a livelli igienici inammissibili. Persino nel 1948, la malaria colpì Matera. La città reagì e trasferì gli abitanti in quartieri più moderni. All’inizio, c’era l’intenzione di restaurare interamente le grotte, e invece furono lasciate in decadenza. Essendo state riscoperte alla fine degli anni ’80, iniziarono infine i lavori di restauro attirando l’attenzione dell’UNESCO che le dichiarò Sito del Patrimonio Mondiale nel 1993. Oggi, la città tenta di attrarre affittuari con generose sovvenzioni e crediti molto favorevoli.

Composizione e trasformazione dei Sassi

Matera stessa è situata su una roccia ampia ed esposta. Essendo composta di tufo relativamente morbido, nella prima fase degli insediamenti umani è stato utilizzato come materiale da costruzione perché facilmente lavorabile e trasportabile. Inoltre, era relativamente semplice realizzare grotte scavate nel tufo presente. I primi Sassi sono stati realizzati completamente sottoterra svuotando la roccia costantemente e gradualmente e la roccia tagliata era utilizzata per richiudere la grotta.

I Sassi e il Parco delle chiese rupestri di Matera, UNESCO

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Quelle che sembravano delle case-grotta molto semplici all’inizio dell’insediamento dell’età della pietra hanno visto una costante espansione e varie migliorie nel corso dei secoli e dei millenni. I residenti hanno costruito ampliamenti che hanno portato ad una complessa rete inumidita continuamente grazie alle grotte sotterranee. Durante i tour sono ancora visibili elementi del pozzo e sistemi di irrigazione sviluppati nell’Età del Bronzo. Allo stesso tempo, nuovi Sassi sono stati costruiti sulle grotte esistenti. I tetti sono diventati pavimenti, gli insediamenti sotterranei sono cresciuti a poco a poco in superficie e le grotte chiuse sono state utilizzate come materiale per le facciate delle nuove abitazioni. Nel corso di una visita guidata, puoi ammirare alcune di queste grotte, che in gran parte ora appartengono alla città di Matera.

Il parco delle chiese rupestri

Abitazioni a parte, un tempo tutti gli edifici religiosi erano estratti dalla pietra. Un gigantesco parco naturale, storico ed archeologico che si estende al borgo adiacente di Montescaglioso, ospita innumerevoli chiese rupestri su un’area totale di 8.000 ettari. Ovviamente, è impossibile vederle tutte ma sicuramente incontrerai le maggiori attrazioni tufacee nel corso della visita in città. San Nicola dei Greci ospita un’importante mostra annuale di scultura, mentre Santa Barbara è conosciuta per i suoi stupendi affreschi. Se non hai molto tempo a disposizione, dovrai sicuramente fermarti alle chiese rupestri di Santa Maria Idris e San Pietro Barsiana e al complesso rupestre della Madonna delle Virtù.

I testimoni rupestri della storia umana di Matera brillano ancora oggi, incuranti del loro ruvido aspetto roccioso. Invece di trasformare le grotte dell’età della pietra in una specie di Disneyland di cattivo gusto, l’amministrazione comunale ha scelto di conservare e rinnovare gradualmente i Sassi. Questa si è rivelata la scelta giusta, poiché le grotte di tufo e le incredibili chiese rupestri sono decisamente migliori senza l’utilizzo potenzialmente distruttivo del turismo di massa. Il team di ZAINOO ti augura buon divertimento per la tua passeggiata attraverso questo antichissimo Sito del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO!

Porto Venere e le Cinque Terre

I Siti del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO includono molte zone che vale la pena di proteggere. La loro unicità ed autenticità sottolineano ciò che rende speciale una zona, un paese o un popolo. Oltre ai diversi siti storici e architettonici, l’elenco comprende anche molte bellezze naturali e paesaggistiche. Il paesaggio culturale di Porto Venere e delle Cinque Terre con le isole di Palmaria, Tino e Tinetto in Liguria svolge un ruolo particolare perché mostra in modo grandioso come l’uomo può interagire con la natura senza danneggiarla o distruggerla.

Le Cinque Terre

Porto Venere e le Cinque Terre, UNESCO

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Uno dei più grandi e vivaci parchi naturali del Paese si estende lungo una ripida fascia costiera della Riviera italiana. Le Cinque Terre sono situate a nord-ovest di La Spezia tra Punta di Montenero e Punta Mesco. Portano questo nome per una buona ragione che scoprirai visitando i cinque splendidi e suggestivi borghi da nord-ovest a sud-est: Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore. Tutti sono racchiusi in piccole insenature su un pendio che si apre verso il mare, interrompendo la gradevolezza della catena montuosa del parco.

I borghi delle Cinque Terre mostrano il loro lato tranquillo e paradisiaco in quanto nell’intera regione ci sono solo circa 7000 abitanti. È molto più frequente incontrare turisti che gente del posto, soprattutto in primavera e in autunno. Dal momento che ci sono pochissime spiagge – solo Monterosso al Mare ha una piccola spiaggia – vedrai soprattutto escursionisti e turisti. Il viaggio in treno da un borgo all’altro, con le sue gallerie che praticamente costeggiano il mare, è probabilmente la principale attrazione. Meglio lasciare l’auto a casa – le strade ripide, tortuose e poco sviluppate sono impegnative anche per le persone del posto.

I borghi delle Cinque Terre

Il tuo magico viaggio in treno, che non ci stanchiamo mai di raccomandare, ti porta di borgo in borgo. Invece di percorrere l’intero percorso, dovresti scendere ad ogni fermata almeno per una breve passeggiata. Non vedrai l’ora di visitare le attrattive delle Cinque Terre:

  • Monterosso al Mare: l’unico borgo con una sottile striscia di costa ti invita a fare una veloce nuotata nel Mar Tirreno nei giorni più caldi. I vicoli stretti conducono al centro dello storico borgo con i suoi pittoreschi edifici. Se hai un po’ di tempo a disposizione, consigliamo di dare un’occhiata alle chiese di San Giovanni Battista e San Francesco o fare una passeggiata godendoti il parco letterario Eugenio Montale.
  • Vernazza: questo accogliente borgo si trova attorno ad un piccolo e grazioso porto utilizzato già in epoca romana. Tra le suggestive attrazioni ci sono la chiesa gotica di Santa Maria d’Antiochia che si sviluppa su due livelli, e l’imponente Castello Doria dotato della torre d’avvistamento.
  • Corniglia: 356 gradini collegano Corniglia alla spiaggia sottostante a 100 m circa. Il borgo è riuscito a mantenere il suo fascino medievale. L’agricoltura è il settore predominante – da lontano ti accoglie un autentico mare di vigneti.
  • Manarola: costruita su roccia scura, Manarola realmente risplende con i suoi contrasti multicolore. Le case colorate fanno sembrare la roccia ancora più scura. Non perdere l’eccellente olio d’oliva – se stai cercando un souvenir, ti consigliamo una bottiglia di vino, lo Sciachetrà.
  • Riomaggiore: l’ultimo dei borghi delle Cinque Terre presenta un grande parco naturale con tanti bei sentieri. Riomaggiore stesso è un piccolo, pittoresco borgo di pescatori con case alte e strette che creano un affascinante gioco di luci e ombre tra gli stretti vicoli.

 

Sentieri escursionistici nelle Cinque Terre

Puoi scoprire il parco naturale e i suoi borghi anche a piedi. Il sentiero escursionistico da Monterosso al Mare a Riomaggiore dura circa 4,5 ore. Dato che potrebbe essere piuttosto affollato, soprattutto in primavera e in autunno, ora è necessario acquistare un pass escursionistico giornaliero al costo di € 7,50. Tuttavia, il meraviglioso paesaggio e la veduta panoramica, valgono molto di più della tua spesa. Inoltre, attorno a questo sentiero ci sono percorsi di diverse difficoltà e lunghezze che a volte vengono chiusi. Meglio chiedere sul posto se il tuo sentiero preferito è aperto. L’escursione nella macchia e nelle pinete tra Monterosso e Levanto è particolarmente divertente. Se hai un’andatura più atletica, consigliamo l’impegnativo sentiero da Riomaggiore a Porto Venere con faticose parti su terreni rocciosi e alcune estese tra i vigneti.

Porto Venere

Porto Venere e le Cinque Terre

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Questo ci porta alla seconda parte del Sito del Patrimonio Mondiale UNESCO: Porto Venere, si trova a sud-est delle Cinque Terre su una lingua di terra, che ha visto pesanti attacchi e devastazioni nel primo millennio d.C. Nel XII secolo, il suo accorpamento alla Repubblica di Genova ha portato alla costruzione dei castelli. Castello Doria sovrasta ancora la città. È una delle più importanti attrazioni di Porto Venere, insieme alla chiesa gotica di San Pietro, che ha radici pagane, e all’antica chiesa romana di San Lorenzo.

Le isole

Porto Venere comprende anche tre isole al largo della costa. Anch’esse fanno parte del Sito del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, ma non tutte sono aperte al pubblico. Palmaria, la più grande delle tre isole, ha solo 50 abitanti. Ospita poche case, alcuni ristoranti e attrezzature per il nuoto con gli edifici storici sullo sfondo. Tuttavia, le due grotte sono attrazioni incredibili. La Grotta Azzurra colpisce per la sua bellezza paesaggistica, mentre la Grotta dei Colombi è famosa per le scoperte di scheletri di animali preistorici e resti di tombe. Inoltre, è possibile visitare velocemente Tinetto, rispettando le rigide regole del parco regionale. Tino è stata dichiarata zona militare e può essere visitata solo il 13 settembre per la Festa di San Venerio.

La bellezza paesaggistica di questo grande Sito Patrimonio Mondiale dell’UNESCO tra i borghi delle Cinque Terre e la lingua di terra di Porto Venere con le sue tre isole ti invita a fare diverse gite, piacevoli escursioni nella splendida natura e rilassanti passeggiate attraverso antichi borghi. Scopri queste e tante altre affascinanti mete in tutta Italia su ZAINOO!

Le residenze della Casa Reale dei Savoia

Le residenze della Casa Reale dei Savoia

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Il 1997 è stato un anno spettacolare per l’Italia dal punto di vista del Patrimonio Mondiale. Una decina di nuovi siti sono riusciti ad entrare nell’illustre lista UNESCO. Uno di essi però comprende 14 luoghi incredibili, tutti in Piemonte con il loro fulcro su Torino. Le residenze della Casa Reale dei Savoia riportano alla memoria un periodo di grande potenza, di sfarzosa eleganza e di una vita da favola alla corte reale. Gli enormi palazzi e le imponenti dimore rappresentano un simbolo di influenza politica e di ricchezza inafferrabile, che in seguito condussero, negli anni successivi all’unità d’Italia. Se vuoi saperne di più su questi 14 palazzi, dimore e ville, sei sicuramente arrivato nel posto giusto!

Parliamo dei Savoia

Diamo un’occhiata all’affascinante storia della Casa Reale dei Savoia che, per oltre 900 anni, ha governato su alcune zone della Francia e dell’Italia, prima di trasferirsi nelle residenze stesse. Umberto I Biancamano ha fondato la casa reale, dopo aver ottenuto il territorio della Savoia e delle contee circostanti, sull’odierno confine franco-italiano, grazie ad una favorevole attività diplomatica. Dominando su tre importanti valichi montani alpini, i governanti successivi hanno esteso a poco a poco la loro influenza. Già dal 1046, un’attenta politica matrimoniale ha portato all’inclusione dell’attuale Piemonte e parte della Liguria nelle contee dei Savoia.

La casa reale ha visto il suo primo periodo di gloria agli inizi del XIV secolo durante il lungo regno di Amedeo VIII, che ha gestito la ridefinizione dei confini del suo territorio grazie ad una graduale espansione. La Casa Reale dei Savoia ha trasferito definitivamente il centro del suo potere politico in Piemonte dopo le guerre d’indipendenza. La maggior parte delle residenze, che ora sono Siti del Patrimonio Mondiale UNESCO, sono state costruite, ricostruite o recuperate nel corso del XVII e XVIII secolo. I Savoia sono sopravvissuti alle guerre di supremazia con i francesi, trasformandosi nel Regno di Sardegna e favorendo l’unità d’Italia. La casa reale ha amministrato gli affari di stato fino alla destituzione di Umberto II il 18 giugno del 1946. I suoi successori hanno avuto il permesso di rientrare in Italia solo nel 2002.

Le residenze di Torino

Le residenze della Casa Reale dei Savoia, UNESCO

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Dopo aver trasferito la capitale a Torino nel 1562, il Duca Emanuele Filiberto di Savoia ha iniziato a rimodellare la città e i suoi dintorni. L’aspetto di Torino è stato alterato poco a poco portando alla costruzione di nuovi magnifici monumenti che richiamano turisti da tutto il mondo ancora oggi. Cinque delle 14 residenze incluse nell’elenco dell’UNESCO si trovano proprio a Torino. Diamogli un’occhiata più da vicino:

  • Palazzo Reale: Iniziamo il nostro viaggio nel Palazzo Reale, costruito per la Duchessa Cristina Maria di Francia, che ha assunto il dominio sulla Savoia dopo la morte di suo marito Vittorio Amedeo I. Il Palazzo Reale è rimasto il palazzo dei governanti e dei re fino al 1865. Il vistoso monumento racchiude un ingresso diretto alla Cappella della Sacra Sindone.
  • Palazzo Madama: Costruito sulle rovine dell’antica città romana, il cui antico accesso alla città è stato incorporato nel palazzo. Ampliato e ricostruito diverse volte per diventare un importante palazzo cittadino, Palazzo Madama completamente ristrutturato, è ora una pietra miliare della storia e allestito per ospitare un museo d’arte.
  • Palazzo Carignano: Come suggerisce il nome, questa era la residenza degli omonimi Principi di Carignano, un ramo della Casa Reale dei Savoia. Sicuramente noterai l’affascinante differenza tra la facciata in mattoni nel lato ovest e l’aspetto bianco ed eclettico nel lato est. Oggi, il primo edificio per le assemblee del Senato Subalpino, ospita una serie di istituzioni, tra cui il Museo del Risorgimento.
  • Castello del Valentino: La residenza nel Parco del Valentino è stata una dimora nobiliare per secoli, prima di essere acquistata dai Savoia. Le vaste modifiche strutturali ricordano il contemporaneo stile dell’architettura francese divenendo, con il suo attuale aspetto, la sede odierna della Facoltà di Architettura dell’Università Politecnica di Torino.
  • Villa della Regina: Vittorio Amedeo I ha costruito questo palazzo per suo fratello, il Principe Cardinale Maurizio di Savoia, all’inizio del XVII secolo. La successiva “Villa della Regina” presenta opere d’arte piuttosto insolite. Numerose grottesche e affreschi non comuni si possono ammirare in questo edificio aperto al pubblico, che è stato pesantemente danneggiato durante la seconda guerra mondiale.

 

Altre residenze dei Savoia in Piemonte

Un nucleo di residenze di caccia e dimore estive, le cosiddette “Corone delle Delizie” si possono ammirare nei dintorni di Torino. Questi ritiri della Casa Reale dei Savoia hanno vissuto molte eleganti ricorrenze, sono diventati il quartier generale di avidi collezionisti d’arte e sono serviti alla corte reale come tanti luoghi per le vacanze estive. Le successive nove residenze dei Savoia sono state anch’esse dichiarate Siti del Patrimonio Mondiale UNESCO:

  • Palazzina di Stupinigi: La nostra prima tappa ti porta a Nichelino, a circa 10 km a sud ovest di Torino. La palazzina di caccia barocca di Stupinigi è stata concepita per essere piccola e incantevole, ma è stata ampliata quasi immediatamente dopo il suo completamento su richiesta del Duca Vittorio Amedeo II. Resterai certamente sorpreso dagli originali dipinti che simulano l’architettura.
  • Reggia di Venaria Reale: Il complesso del secondo castello più grande d’Italia comprende delle residenze per la corte, il parco della reggia (circa 60 ettari) e l’antica riserva di caccia, che poi è diventato uno zoo /parco naturale (circa 300 ettari). Le enormi gallerie con elaborate decorazioni in stucco e l’imponente cappella di Sant’Uberto, il santo protettore dei cacciatori, dovrebbero far parte del vostro itinerario.
  • Castello della Mandria: Vittorio Emanuele II ha trasformato un intero borgo in questo grande castello, situato nel cuore del secondo parco più grande d’Europa. Puoi ritrovare nel parco i resti di quella che era una grande foresta, mentre il castello stesso colpisce per la sua varietà di stili.
  • Castello di Rivoli: Originariamente costruito su mura antiche, questo castello a Rivoli è diventato proprietà della Casa Reale dei Savoia già nel 1280. Dopo essere stato gravemente danneggiato dalle truppe francesi nel XVII secolo, ci è voluto fino al 1984 perché il Castello fosse ricostruito. Ora ospita un grande museo di arte contemporanea.
  • Castello di Agliè: Un’altra residenza estiva dei Savoia è stata in possesso di diversi duchi dal XII secolo, prima di essere quasi demolita durante l’invasione delle truppe francesi. Carlo Emanuele III l’ha completamente restaurata e trasformata in una residenza estiva per i Re di Sardegna. Più di 300 camere sontuosamente arredate abbelliscono il castello circondato da un enorme giardino.
  • Castello di Moncalieri: Tommaso I di Savoia, già nel 1100, per primo ha costruito delle strutture militari su una collina a Moncalieri. Queste costruzioni sono state ampliate e trasformate in una villa delle delizie, sede di diversi matrimoni sabaudi, circa 300 anni più tardi. Le due torri cilindriche riescono a richiamare l’essenza dell’edificio medievale originale.
  • Castello di Racconigi: Questa residenza reale è diventata Sito del Patrimonio Mondiale UNESCO solo nel 2008. Il suo aspetto eclettico conferisce alla residenza di un ramo dei Savoia una veste non propriamente convenzionale, anche se il suo particolare fascino è dovuto proprio alla combinazione di resti medievali ed elementi neoclassici.
  • Castello di Pollenzo: Il XIX secolo ha visto questa residenza dalle origini medievali e rinascimentali trasformata in un complesso miscuglio di stili. Carlo Alberto, Re di Sardegna, ha fatto ampliare l’edificio medievale in occasione di diverse ricorrenze. Oggi, la residenza è di proprietà privata, e sfortunatamente, non può essere visitata.
  • Castello di Govone: L’ultimo Sito del Patrimonio Mondiale UNESCO della Casa Reale dei Savoia si trova nel cuore di un grande vigneto. Come molte altre residenze nei dintorni di Torino, quella di Govone è inizialmente stata costruita come una fortificazione medievale prima di essere trasformata in una residenza estiva nel corso del XIX secolo e dove affascinanti statue ti attendono ad ogni angolo.

 

Fino ad oggi le residenze della Casa Reale dei Savoia testimoniano il ruolo centrale ed autorevole nei giochi di potere europei. Il nodo dei trasporti nel Nord Italia colpisce per la sua varietà architettonica, la grande opulenza e la delicatezza del contatto con la natura. Ripercorri i passi dei Savoia e organizza la tua prossima vacanza in Italia con ZAINOO!

I trulli di Alberobello

Trulli di Alberobello, Apulia

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Perbacco, che diavolo sono quegli strani cappelli appuntiti che si levano verso il cielo? Questa potrebbe essere la prima reazione mentre viaggi verso Alberobello. La piccola città, piena di turisti, nel cuore della Puglia è un Sito del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 1996. La ragione per cui ha ottenuto questo alto riconoscimento e questo afflusso turistico sono proprio le caratteristiche forme appuntite che poggiano sopra i trulli a forma di cono. Continua a leggere per scoprire tutto su Alberobello e perché è uno dei luoghi tra i Siti del Patrimonio Mondiale.

Che cosa sono i trulli

Siamo onesti, sembrano piuttosto carini, non è vero? E sì, le persone veramente ancora vivono al loro interno, anche se può sembrare che vengano da un’altra epoca. I trulli non solo sembrano case antiche, le scoperte dimostrano che questi modelli già esistevano nella preistoria. In Provenza, nel sud della Francia, o in Sardegna puoi trovare edifici primitivi analoghi, che sono dei rifugi realizzati con muratura a secco. Questi ultimi sono noti come nuraghi, edifici a torre risalenti al 2000 a.C., alla cultura di Bonnanaro. Il complesso Su Nuraxi di Barumini è stato dichiarato Sito del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1997.

Il metodo di costruzione dei trulli non è molto cambiato nel corso dei secoli. Lo schema è generalmente rotondo e poche sono le eccezioni rettangolari. Gli edifici stessi sono dipinti completamente di bianco e sono realizzati in pietra. Le stanze rettangolari, disposte in maniera precisa, circondano la stanza centrale principale. I muri spessi, realizzati in blocchi di calcare impilati senza malta, isolano creando realmente calore in inverno e un piacevole fresco in estate. I tetti in pietra si restringono in una volta terminante con una mensola realizzata con blocchi calcarei. Le chiavi di volta con le immagini esoteriche e religiose collocate in cima ad ogni trullo danno loro un aspetto unico.

La leggenda dei trulli di Alberobello

Trulli of Alberobello

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Gli scavi dimostrano che i primi insediamenti ad Alberobello risalgono all’età del bronzo. Tuttavia, i trulli più antichi che esistono ancora oggi sono stati costruiti nel XIV secolo. Anziché ripararli, generalmente venivano abbattuti e semplicemente costruiti di nuovo. C’è una simpatica storia che si accorda con questo metodo mescolando fatti storici e miti. Nel XVII secolo il Conte di Conversano ha provato a cercare un modo per non pagare le tasse al Regno di Napoli sulla creazione di nuove aree abitate, cosicché sempre più persone hanno iniziato a stabilirsi ad Alberobello e dintorni. Il Conte disse ai coloni di costruire soltanto trulli, che potevano essere abbattuti velocemente in caso di una visita da parte della commissione di controllo. Così, il metodo di costruzione senza malta è diventato obbligatorio, trasformando i trulli in una tradizione locale.

Folklore e tradizioni a parte, gli storici hanno trovato una spiegazione decisamente più pratica sul perché Alberobello, in particolare, è un luogo con così tanti trulli. La posizione geografica stessa si prestava a questi tipi di edifici visto che il calcare necessario era disponibile nelle immediate vicinanze. La facilità di estrazione, il breve e facile trasporto, i veloci metodi di costruzione spiegano la rapida crescita di questi insediamenti.

Altri luoghi dove puoi trovare i trulli

I trulli non sono esclusivi di Alberobello. Puoi trovarli principalmente il Val d’Itria, tra le province di Bari, Taranto e Brindisi. Gli archeologi hanno scoperto un fiume, che ora scorre nel sottosuolo, dove tali insediamenti si sono sviluppati già dall’inizio del millennio. Si crede che poi alla fine siano diventati i borghi Monti e Aja Piccola, e ora sono parte dell’area più estesa di Alberobello. Puoi trovare i trulli in diversi altri borghi e zone della Puglia, ma in nessun luogo ne troverai così tanti quanti ce ne sono nel nostro suggestivo Sito del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.

Attrazioni da non perdere ad Alberobello

Ci sono parecchie cose da scoprire ad Alberobello e dintorni. Abbiamo appena accennato brevemente ad alcune attrazioni dei trulli, ma ora diamo un’occhiata a tutti i siti:

  • Trullo Sovrano: si trova in Piazza Sacramento ed è l’unico trullo a due piani. Ospita un museo con interessanti mostre sulla storia della città.
  • Monti: il cuore pulsante dei trulli che comprende l’enorme quantità di 1030 costruzioni. I “Trulli Siamesi” con la loro doppia facciata senza finestre sono particolarmente impressionanti.
  • Aja Piccola: il secondo borgo di Alberobello è situato attorno ad una strada stretta e tortuosa e si presta a tour di scoperta in una caratteristica atmosfera.
  • Santuario dei Santi Medici: chiese e santuari sono anch’essi parte integrante della città. Questo custodisce un reliquiario dei santi dottori e martiri Cosma e Damiano.
  • Chiesa di Sant’Antonio: un trullo utilizzato come una chiesa? Sembra strano, ma funziona perfettamente! Un ingresso monumentale ti porta in uno degli edifici religiosi più inusuali d’Italia. Ti sorprenderà il suo tipico interno.
  • Casa d’Amore: l’ufficio del turismo è un’autentica rarità. Quando è stata costruita, nel 1797, era la prima casa in calcare di Alberobello.
  • Rievocazione storica: ad essere precisi, questo più che un festival è uno spettacolo. Ad Alberobello, i primi di giugno tutti indossano costumi del XVI secolo dando vita all’affascinante storia della città: che esperienza!

 

Ci potrebbero essere pochi altri luoghi dove poter trovare questi strani tetti a punta, ma non ci sono posti così vicini e così ben tenuti come Alberobello. La sua storia da toccare con mano e il suo classico paesaggio fanno sì che la capitale dei trulli meriti da sempre una visita. Per il tuo viaggio in questo Sito del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO ti auguriamo tanto divertimento e ti consigliamo di visitare la nostra Sezione Italia su ZAINOO che ha molti altri fantastici suggerimenti di viaggio!

I monumenti paleocristiani di Ravenna

I monumenti paleocristiani di Ravenna, Emilia Romagna

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L’Impero Romano d’Occidente ha vissuto i suoi ultimi decenni molto movimentati, caratterizzati da diversi governanti, una serie di invasioni e da una capitale in continuo movimento. Dal 402 al 476, Ravenna è stata la principale sede imperiale producendo un’espansione in campo architettonico. Otto edifici di fama mondiale, che nel 1996 sono stati dichiarati Siti del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, risalgono a questo periodo. Lasciati presentare e mostrare perché questi capolavori dell’architettura paleocristiana meritano sicuramente questo riconoscimento!

Ravenna e le invasioni barbariche

La città dell’Emilia Romagna, vicino alla costa del Mar Adriatico, ebbe il suo periodo di espansione nel V e VI secolo quando le invasioni barbariche lasciarono il loro segno a Ravenna. Onorio, Imperatore dell’Impero Romano d’Occidente, nel 402 spostò qui la sua corte imperiale per utilizzare le eccellenti fortificazioni difensive della città. Sebbene alcuni sovrani tornassero a Roma per brevi periodi, Ravenna rimase la sede imperiale eletta fino alla cacciata dell’ultimo Imperatore Romano d’Occidente nel 576. Una volta che l’ostrogoto Teodorico il Grande assunse il potere nel 493, dopo aver ucciso l’alleato tedesco Odoacre con le sue mani, la città visse un’altra espansione economica. I segni di questa ripresa lasciati su Ravenna attraggono, ancora oggi, visitatori da tutto il mondo.

I mosaici attraverso i secoli

Una delle principali ragioni della duratura gloria dei Siti del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO di Ravenna sono i mosaici che decorano sette di questi otto edifici. In Occidente sono ampiamente considerati spettacoli d’arte romana, gotica e bizantina e mostrano principalmente scene storiche e contemporanee. Tuttavia, gli ultimi governanti non erano molto contenti delle raffigurazioni che furono additate come eretiche, sebbene Ravenna sopravvisse abbastanza bene alla controversia iconoclastica bizantina rispetto agli altri paesi. Ciò nonostante, durante le tue visite alle chiese, alle cappelle e ai mausolei potrai imbatterti in alcune scene cancellate. Ad esempio, la rappresentazione a mosaico di Teodorico il Grande e del suo seguito, nella Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, fu sostituita da personaggi cristiani.

Otto edifici, un Sito del Patrimonio Mondiale

Hai letto abbastanza sulla storia di Ravenna e dei suoi mosaici famosi in tutto il mondo. Ora, ti starai probabilmente chiedendo dove poterli vedere. Non preoccuparti, abbiamo incluso e ti daremo una corretta introduzione ai monumenti paleocristiani che sono stati dichiarati Siti del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO:

You’ve read quite a bit on Ravenna’s history and the world-famous mosaics. Now you’re probably wondering where you can see them. No worries, we’ve got you covered and give you a proper introduction to the early Christian monuments that were declared UNESCO World Heritage Site:

La Basilica di San Vitale

Per molti visitatori questa vetrina architettonica è il meglio del meglio di Ravenna: la Basilica è una parte dell’imponente complesso dell’antico chiostro benedettino di San Vitale che fu costruito nel 526 durante il regno di Teodorico. Originariamente, tutta la struttura ottagonale della chiesa era coperta di mosaici. Oggi restano solo poche tracce nel presbiterio e nell’abside: le scene tratte dal Vecchio Testamento e la coppia imperiale, Giustiniano e Teodora, mostrata in primo piano dimostrano l’originale grandezza.

Il Mausoleo di Galla Placidia

Guardando dietro questa basilica, ti imbatterai in una tomba costruita per l’Imperatrice Galla Placidia dal 425 in poi. Lei, Costantino II suo marito e suo figlio Valentiniano III erano originariamente sepolti a Roma prima di essere trasferiti nel mausoleo tra il IX e il XIV secolo. Ciò che rende speciali questi mosaici tardo antichi è il cielo notturno, uno sfondo scintillante verde – blu affiancato da raffigurazioni di discepoli e animali selvatici.

La Basilica di Sant’Apollinare Nuovo

Teodorico possedeva un’imponente basilica costruita proprio di fronte al suo ingresso per celebrare la sua vittoria su Odoacre. Sant’Apollinare Nuovo prese questo nome durante il IX secolo quando le reliquie del primo vescovo della città furono portate da Classe verso l’entroterra. Tra le altre cose, nei secoli successivi la cristianizzazione accelerata portò a diversi ampliamenti e alla rimozione di decorazioni apparentemente pagane. Guardando da vicino, puoi ancora vedere alcune braccia e mani originali dietro alle decorazioni religiose più nuove.

Il Mausoleo di Teodorico

I monumenti paleocristiani di Ravenna

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La tomba di Teodorico è la grande eccezione di questo elenco. Ti chiederai, perché? Beh, qui non c’è un solo mosaico in bella vista. Inoltre, manca il corpo del sovrano ostrogoto e resta solo il suo sarcofago vuoto, di porfido. Non sappiamo cosa sia accaduto ai suoi resti. Tuttavia, il possente edificio realizzato in pietra d’Istria è piuttosto notevole: soltanto la cupola pesa circa 300 tonnellate.

 

Il Battistero degli Ariani

Torniamo ai mosaici: quelli nell’ottagonale Battistero degli Ariani sono tra i meglio conservati della città. L’edificio, situato di fronte alla Cattedrale ariana di Santo Spirito, è abbastanza vuoto internamente ad eccezione del Battistero. I tuoi occhi incontreranno i raffinati mosaici, disposti ordinatamente che mostrano la prima raffigurazione di un discepolo con l’aureola.

Il Battistero Neoniano

Al contrario dell’edificio ariano, il Battistero di Neone si presenta decisamente più colorato e vivace per quanto riguarda i mosaici. Questo è dovuto in particolare allo sfondo blu cobalto che praticamente brilla dal soffitto. La cupola, circondata da stucchi e marmi, certamente ti stupirà. Uno sguardo più attento svelerà raffigurazioni dei dodici discepoli e del battesimo di Cristo.

La Cappella e il Museo Arcivescovile

Questo museo con i suoi splendidi tessuti, sculture e sarcofagi del V e VI secolo e l’impressionante cattedra d’avorio ti aspetta all’interno del Palazzo Vescovile di Sant’Orso, in stile barocco. Tuttavia, l’attrazione assoluta di questa esposizione è la sala privata di preghiera di Teodorico costruita nel periodo dell’Arcivescovo Pietro II. I maestosi mosaici presentano il lato violento del cristianesimo trionfante.

La Basilica di Sant’Apollinare in Classe

La basilica nel borgo di Classe è situata a circa 5 km da Ravenna ed è stata dedicata ad Apollinare, il santo patrono della città. I saccheggi e un grave terremoto hanno pesantemente danneggiato il suo spettacolare interno. Tuttavia, alcuni dei mosaici più famosi al mondo sono sopravvissuti a questi periodi movimentati tra cui quelli dell’abside e dell’arco trionfale. Purtroppo, sono andati perduti i pavimenti a mosaico e l’intero rivestimento in marmo.

Ravenna e i suoi mosaici paleocristiani: una splendida collezione di meraviglie artistiche ed architettoniche che sono sopravvissute piuttosto bene ai disastri, ai saccheggi e alla censura. Se ami vedere tutto questo e anche molte altre attrazioni della città, ti suggeriamo il Tour della città di ZAINOO. Ti imbatterai in tanti altri sorprendenti edifici e monumenti nascosti che sottolineano in maniera impressionante perché Ravenna è uno dei luoghi più belli d’Italia.