Ivrea, la città industriale del XX secolo

Ivrea, la città industriale del XX secolo, UNESCO

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Se dovessi guardare dall’alto Ivrea in Piemonte, situata al confine settentrionale della Pianura Padana tra Torino e la Valle d’Aosta, ti accorgeresti che il fiume Dora Baltea la divide praticamente in due. La città antica è collocata a nord e presenta i resti di un anfiteatro romano, l’imponente castello del Conte Amedeo VI di Savoia e la grandiosa cattedrale che ha visto numerose trasformazioni nel corso dei secoli. A sud, tuttavia, sorge una città industriale nata dopo la fondazione dell’azienda Olivetti, cresciuta costantemente e seguendo lo sviluppo di Ivrea. Il 1^ luglio 2018, l’UNESCO ha dichiarato la città industriale di Ivrea Sito del Patrimonio Mondiale. Questo insieme di 27 edifici è ampiamente considerato l’antesignano dell’architettura aziendale e ti fa conoscere un lato differente dell’Italia settentrionale.

Macchine da scrivere, calcolatrici, computer per ufficio

Osservare Ivrea, Sito del Patrimonio Mondiale non avrebbe molto significato senza prima dare un’occhiata alla storia aziendale della Olivetti. L’azienda è stata fondata da Camillo Olivetti nel 1908. Aiutato da alcuni ingegneri, sviluppò la macchina da scrivere “M1” in un piccolo laboratorio in mattoni per tre anni e la presentò per la prima volta alla fiera industriale di Torino. La macchina da scrivere di Olivetti ha avuto un successo strepitoso, l’azienda ha iniziato a crescere contando 200 dipendenti nel 1920, circa 800 nel 1933 e addirittura 6000 durante il 1940, anno della guerra. L’azienda assunse i lavoratori soprattutto dalla zona di Ivrea – che un tempo costituivano il 90% di tutto il personale – e sviluppò, già nel 1909, un sistema innovativo di welfare dall’assicurazione sanitaria all’asilo aziendale, dai sussidi per le donne alle case vacanza, dagli spettacoli culturali alla promozione dei talenti.

Camillo Olivetti, figlio di una famiglia ebrea, siglò l’azienda con il nome Adriano per evitare l’espropriazione fascista. Adriano introdusse un nuovo modello di gestione rendendo l’aspetto del design la principale caratteristica di Olivetti. Le linee di mobili per ufficio precedentemente presentati e la macchina da scrivere portatile MP1 “Ico” si erano già mossi in questa direzione, il categorico rivestimento grigio scuro è stato introdotto successivamente. Olivetti entrò nel mercato delle calcolatrici elettroniche nel 1948, produsse i primi computers elettronici a transistor nel 1959. Adriano Olivetti ha subito un duro colpo nel 1960 a causa di una disputa con i suoi sette eredi. La morte del presidente dell’azienda Giuseppe Pero ha aggiunto altra benzina sul fuoco. Non era la prima volta che l’azienda ha dovuto risolvere problemi finanziari; diversi cambi di rotta – elettronica, computer, telecomunicazioni – hanno portato un sollievo solo temporaneo.  Dopo aver rilevato Telecom Italia nel 2003 e averla resa la nuova società madre, la Olivetti è riuscita finalmente a consolidarsi e a sorprendere ancora il mondo rientrando nel mercato dei computer dieci anni fa.

Il Movimento Comunità

L’aspetto sociale è sempre stato importante per Olivetti e lo stesso è stato per una identità aziendale ben definita. Il “Movimento Comunità” ha fortemente condizionato gli edifici del Sito del Patrimonio Mondiale UNESCO. Basato sul libro di Adriano Olivetti “L’Ordine Politico delle Comunità”, è stato presentato nel 1947. Il movimento richiedeva la ristrutturazione del paese in comuni autonomi legati da una cultura collettiva condivisa.  A differenza di altri industriali, Olivetti si è reso conto della necessità di proteggere i suoi dipendenti e fornire servizi sociali. La realizzazione dei suoi edifici residenziali ha conosciuto i rapidi cambiamenti industriali – e quindi sociali – del XX secolo. In quanto tale, questo Sito del Patrimonio Mondiale UNESCO non è soltanto notevole dal punto di vista architettonico, ma è anche una testimonianza della storia del pensiero politico dietro ad esso – anche se le attività di parte degli edifici commerciali sono sostanzialmente diminuite negli ultimi anni.

Una straordinaria architettura che segna un cambiamento industriale

Ivrea, la città industriale del XX secolo

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Nonostante AEG avesse degli edifici progettati secondo la propria identità aziendale già negli anni ’10, Olivetti è stato ampiamente considerato un pioniere dell’architettura industriale. Presentati nel corso degli anni ’30 questi edifici soddisfacevano la capacità sociale e creavano un’identità espressa nella riconoscibilità del marchio e nell’identificazione dei valori che, in cambio, accrescevano la forza produttiva. L’organizzazione, unica nel suo genere, del complesso della Olivetti – concepito e costruito sotto la direzione di Adriano Olivetti e dei maggiori architetti italiani sulla base del pensiero sociale e politico di Olivetti – ha simboleggiato un cambiamento industriale. Le meccaniche sono state digitalizzate, sono stati introdotti dei meccanismi di produzione e inseriti dei cambiamenti sociali. Ogni singolo edificio, ogni parte di questo complesso è perfettamente studiato per rispecchiare l’identità aziendale ed è ancora integrato nel paesaggio urbano senza soluzione di continuità. Non dovrebbe sorprendere il fatto che gli edifici di Olivetti siano diventati dei pilastri fondamentali per lo sviluppo delle teorie industriali e per lo sviluppo urbano nel XX secolo.

27 edifici, un solo Sito del Patrimonio Mondiale

70.000 ettari di superficie in totale, 145.000 m² di area edificata, 17% dei quali utilizzati come appartamenti, il complesso Olivetti stupisce per le sue dimensioni monumentali. Il Sito del Patrimonio Mondiale include 27 edifici, la maggior parte dei quali sono utilizzati in maniera differente ancora oggi. Essi comprendono la centrale termica e la falegnameria, l’ex edificio Sertec e il centro dei servizi sociali Borgo Olivetti, l’edificio con 18 alloggi e l’unità residenziale ovest, progettata solo nel 1968. Tutti portano la firma di rinomati architetti pur essendo fortemente caratteristici dello stile di Olivetti che continua a modellare l’intera architettura industriale fino ad oggi. L’asilo nido aziendale mostra come padre e figlio potessero essere molto più avanti dei tempi. Concepito nel 1939, le stanze sono tuttora utilizzate come servizi comunali per l’infanzia.

Inutile dire che oggi ci sono edifici aziendali più sorprendenti e impressionanti con progetti pazzeschi e dimensioni gigantesche. Tuttavia, il complesso industriale di Ivrea resta speciale, unico. Scopri com’è cambiata l’Italia nel periodo dell’industrializzazione facendo un breve giro nel sud della città. Già che ci sei, visita il centro città nella parte nord con le sue costruzioni altrettanto straordinarie. Scopri oltre duemila anni di storia ricca di eventi e in rapida evoluzione e resterai incantato da Ivrea.

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