Crespi d’Adda, Sito del Patrimonio Mondiale UNESCO

Crespi d’Adda, Sito del Patrimonio Mondiale UNESCO

©Bigstock.com/johannes86

Nel XIX secolo il boom industriale ha raggiunto anche l’Italia. Da nord a sud molte fabbriche sono state costruite rivoluzionando la vita di borghi e città con i loro metodi di produzione e le relative infrastrutture. Il produttore di tessuti Cristoforo Benigno Crespi era alla ricerca di un nuovo stabilimento che ha trasformato in Crespi d’Adda. Questo villaggio tessile operaio in Lombardia è ampiamente considerato il fiore all’occhiello dell’architettura industriale e, nel 1995, è stato dichiarato Sito del Patrimonio Mondiale UNESCO. Tuttavia, Crespi d’Adda è finita in un limbo, nel 2004, quando la fabbrica è stata chiusa lasciando il suo futuro in bilico.

Crespi, la famiglia di tintori

Crespi è stato un grande nome dell’industria tessile italiana del XVIII e XIX secolo. La famiglia di tintori ha rafforzato la sua egemonia nel corso dei decenni espandendosi ampiamente ed aggiungendo nuove linee di produzione. La produzione di articoli di cotone è diventata una miniera d’oro per la famiglia Crespi, che necessitava di una nuova fabbrica. Cristoforo Benigno Crespi, nato nel 1833 a Busto Arsizio (circa 35 km a sud di Milano), si è messo alla ricerca di un sito adeguato.

Crespi ha acquistato un terreno a 100 km circa, ad est della sua città natale ed ha iniziato la costruzione della suddetta fabbrica. Dal 1878 in poi, data la sua posizione piuttosto periferica, è stato necessario realizzare degli edifici aggiuntivi che portassero rapidamente allo sviluppo di una intera città industriale con alloggi e infrastrutture per gli operai. Silvio Crespi, suo figlio ed erede ha rilevato l’azienda nel 1906 espandendola ulteriormente. Il giovane Crespi era considerato uno dei più influenti uomini del suo tempo: dalla firma del Trattato di Versailles ha lasciato la sua azienda soltanto nel 1929 a causa della Grande Depressione e della dura politica fiscale fascista. La fabbrica avrebbe continuato ad operare fino al nuovo millennio.

Un borgo disegnato a tavolino

Cristoforo Benigno Crespi ha riportato dall’Inghilterra i più nuovi metodi di produzione nel suo cotonificio. Aveva bisogno di molta energia idroelettrica, ed è per questo che ha comprato un campo verde sull’Isola Bergamasca, un terreno racchiuso tra i fiumi Adda e Brembo. Per suo volere, qualche anno dopo è stato infine costruito un impianto idroelettrico a Trezzo, pochi chilometri a monte.

La fabbrica è stata messa in funzione già dall’inizio del 1875, e ben presto il potente industriale si è reso conto che la posizione periferica era tutto fuorché ideale, sia per i lavoratori che per sé stesso. Nel più breve tempo possibile dovevano essere realizzati alloggi e infrastrutture: Crespi doveva costruire un piccolo borgo accanto al cotonificio. Condomini con più appartamenti, un ospedale, una chiesa e un cimitero, una scuola (il cui programma includeva “la lavorazione del cotone”), un teatro e un lavatoio sono stati costruiti a tempo di record.

Sembra incredibile, vero? Infatti, e se vi dicessimo che Crespi d’Adda è diventato il primo borgo italiano ad avere una moderna illuminazione stradale? Crespi, fino alla fine del XIX secolo, per il suo borgo ha utilizzato il modello di illuminazione di Edison diffondendo la luce lungo le strade. Questo luccichio notturno aumentava sia la produttività dei lavoratori, sia la qualità della vita nel complesso. Suo figlio ha guidato Crespi d’Adda sempre più in alto.

L’evoluzione del borgo modello di Silvio Crespi

Silvio, il figlio di Cristoforo, ha viaggiato molto prima di rilevare la compagnia. Uno di questi viaggi lo ha portato nella città britannica di Oldham, un altro punto di riferimento dell’industria tessile del XIX secolo. Qui ha acquisito preziose conoscenze sulle tecniche manufatturiere all’avanguardia e i nuovi metodi di divisione del lavoro. Inoltre, si è lasciato ispirare dal fascino della città, introducendo le sue intuizioni nelle successive espansioni di Crespi d’Adda.

Silvio Crespi considerava la discordia e il malcontento, tra le maggiori minacce potenziali per la città aziendale ereditata. Così, nel 1892 ha eliminato a poco a poco i condomini con più appartamenti ed ha iniziato a costruire nuovi alloggi per i lavoratori. Al loro posto, Crespi d’Adda è stata dotata di case unifamiliari con giardini allo scopo di stabilire una maggiore armonia ed equilibrio. In realtà ha funzionato, poiché non ci sono stati né scioperi né disordini sociali per tutti i 50 anni di gestione della famiglia Crespi.

Una visita guidata a Crespi d’Adda

Oggi, quando si giunge a Crespi d’Adda, si arriva in un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato. Il borgo è cambiato pochissimo dagli anni ’20. I successivi proprietari hanno venduto molte case ai (primi) lavoratori e la fabbrica ha chiuso nel 2004. Soltanto 450 persone circa, molti dei quali sono proprietari di case, vivono ancora in quella che un tempo era una fiorente città industriale.

Crespi d’Adda è lontana dall’essere una città fantasma, infatti diverse persone ancora ci abitano. La vita del borgo è dinamica, motivo per cui dovresti rispettare le abitudini del posto durante la tua visita. Consigliamo un tour guidato, perché la guida sa quali sono i luoghi e gli edifici che puoi visitare. Le affascinanti vicende riguardo l’incredibile storia di questo borgo modello saranno parte integrante della tua visita.

Le strade perfettamente dritte, le case allineate con cura, ognuna con la stessa recinzione bassa e un giardino, le alte ciminiere della fabbrica: non c’è da stupirsi che Crespi d’Adda sia considerata la città industriale ideale. Più a sud si trovano le ville degli impiegati e dei dirigenti, l’antico lavatoio, che da allora è stato trasformato in una piscina coperta, la piccola chiesa rinascimentale (una copia esatta della chiesa nella città natale di Crespi, a Busto Arsizio) e l’ampio cimitero dei lavoratori con il mausoleo di famiglia. Attraversare questo borgo è allo stesso tempo irreale, affascinante, bello e alquanto impressionante. Resta da vedere per quanto tempo sarà possibile farlo.

Il futuro di Crespi d’Adda

Lo status di Sito del Patrimonio Mondiale è attualmente in discussione. L’UNESCO chiede di mantenere lo status quo di un borgo industriale modello e preferirebbe nuovi proprietari di fabbrica o la creazione di istituzioni di cultura e ricerca. Anche se queste idee fossero realistiche c’è un’altra questione. Crespi d’Adda attrae molto interesse da potenziali investitori, ma essi vorrebbero costruire nel vecchio stabilimento grandi complessi alberghieri.

L’imprenditore Antonio Percassi intende mettere le mani su Crespi d’Adda dal 2013. L’ex giocatore e presidente della squadra di calcio Atalanta Bergamo ha lavorato a stretto contatto con Benetton per alcuni decenni, fondato diverse società di cosmetici e costruito un grande centro commerciale nella zona. Percassi ora vorrebbe trasformare il borgo nella sede del suo impero aziendale e della fondazione di famiglia. Tuttavia, questo programma ha trovato scarsa approvazione e il progetto è attualmente sospeso per mancanza di permessi. Dall’estate del 2018, i politici locali e l’imprenditore hanno cercato di trovare un nuovo accordo, finora con scarsi risultati.

Resta da vedere cosa succederà a Crespi d’Adda, ma questo ideale di città aziendale certamente merita una visita. Sarai sorpreso dall’unicità della struttura progettuale, visiterai graziose stradine e godrai al tempo stesso del notevole e singolare contrasto tra le case pulite dei lavoratori, le grandi ville e l’imponente architettura industriale. Divertiti durante il tuo tour!

I commenti sono chiusi.